Area dell'identificazione
Segnatura/e o codice/i identificativo/i
BE_REG-29-278-b.2-fasc.3-sottofasc.1/B
Denominazione o titolo
Ezio Balducci incontra Mussolini alla Rocca delle Caminate
Data/e
- 4 novembre 1943 (Creazione)
Livello di descrizione
Unità documentaria
Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)
Area delle informazioni sul contesto
Storia archivistica
Modalità di acquisizione o versamento
Area delle informazioni relative al contenuto e alla struttura
Ambito e contenuto
Fogli di agendina su cui Ezio Balducci ha annotato: "Ore 18 Giovedì 4 novembre '43". Quel giorno Ezio Balducci, come poi confermerà nella sua corrispondenza, incontra Benito Mussolini alla Rocca delle Caminate:
Il Duce inizia parlando della lettera in cui Badoglio deplorava il suo allontanamento da Villa Savoia in ambulanza, e aggiunge che, uscito dalla stanza e vedendo tre carabinieri con baionette in canna, comprese che si trattava di un fermo. Mussolini afferma che gli italiani provano odio per la monarchia, che dopo i saccheggi del 25 luglio gli italiani pensano che "c'erano i mezzi per l'esercito ma non erano utilizzati”, e che radio Londra è al corrente della situazione. Il Duce precisa che se non ha aperto la strada alle armate di Montgomery, ha però giovato in maniera formidabile. Inoltre, Mussolini racconta di essersi recato al Quirinale il 25 luglio "convinto di parlare e di discutere di diverse cose", che il Re era irritato e definiva i tedeschi “quelle canaglie” o "quelli ci fregano". Dopo essersi soffermato ancora sul 25 luglio, Mussolini accenna ad Arpinati, che "era tempo fa seduto al vostro posto", col quale ha ricordato l’assistenza ai bambini fin dal ventre materno, gli asili, le colonie, la Gil, gli assegni familiari, i prestiti matrimoniali, le assicurazioni di invalidità e vecchiaia, ecc. Poi ricorda la fuga del Principe Umberto verso Pescara, cita un articolo de 'L'Observer' che riporta la proposta di un Lord di eliminare di 20 milioni di
tedeschi, e accenna alla Russia "che si limita a deportare in Russia tutti i tedeschi utili al lavoro fino a ricostruzione completa di ciò che hanno distrutto". Dopo aver riferito il consiglio dei tedeschi riguardo alla sua partenza dalla sede nord, e relativo alla presenza di ribelli sul Falterona, Mussolini afferma che "ci saranno si o no 400 soldati non ribelli, ma sbandati, e disposti a presentarsi se non si vedessero chiusi in vagoni sigillati e spediti in Germania". Infine, il Duce si rivolge a San Marino affermando "ch'io non sono più il protettore di un tempo, ma l’uomo non cambia".
Il Duce inizia parlando della lettera in cui Badoglio deplorava il suo allontanamento da Villa Savoia in ambulanza, e aggiunge che, uscito dalla stanza e vedendo tre carabinieri con baionette in canna, comprese che si trattava di un fermo. Mussolini afferma che gli italiani provano odio per la monarchia, che dopo i saccheggi del 25 luglio gli italiani pensano che "c'erano i mezzi per l'esercito ma non erano utilizzati”, e che radio Londra è al corrente della situazione. Il Duce precisa che se non ha aperto la strada alle armate di Montgomery, ha però giovato in maniera formidabile. Inoltre, Mussolini racconta di essersi recato al Quirinale il 25 luglio "convinto di parlare e di discutere di diverse cose", che il Re era irritato e definiva i tedeschi “quelle canaglie” o "quelli ci fregano". Dopo essersi soffermato ancora sul 25 luglio, Mussolini accenna ad Arpinati, che "era tempo fa seduto al vostro posto", col quale ha ricordato l’assistenza ai bambini fin dal ventre materno, gli asili, le colonie, la Gil, gli assegni familiari, i prestiti matrimoniali, le assicurazioni di invalidità e vecchiaia, ecc. Poi ricorda la fuga del Principe Umberto verso Pescara, cita un articolo de 'L'Observer' che riporta la proposta di un Lord di eliminare di 20 milioni di
tedeschi, e accenna alla Russia "che si limita a deportare in Russia tutti i tedeschi utili al lavoro fino a ricostruzione completa di ciò che hanno distrutto". Dopo aver riferito il consiglio dei tedeschi riguardo alla sua partenza dalla sede nord, e relativo alla presenza di ribelli sul Falterona, Mussolini afferma che "ci saranno si o no 400 soldati non ribelli, ma sbandati, e disposti a presentarsi se non si vedessero chiusi in vagoni sigillati e spediti in Germania". Infine, il Duce si rivolge a San Marino affermando "ch'io non sono più il protettore di un tempo, ma l’uomo non cambia".
Procedure, tempi e criteri di valutazione e scarto
Incrementi previsti
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Condizioni che regolano l’accesso
Condizioni che regolano la riproduzione
Lingua della documentazione
Scrittura della documentazione
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Strumenti di ricerca
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Esistenza e localizzazione di copie
Unità di descrizione collegate
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Identificatori alternativi
Punti di accesso
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Punti d'accesso per luogo
Punti d'accesso per nome
- Mussolini, Benito (Soggetto)
- Arpinati, Leandro (Soggetto)
- Vittorio Emanuele III (Soggetto)
- Umberto II di Savoia (Soggetto)