Unità documentaria 127-b.10-fasc.14 - Ezio Balducci confida a Benito Mussolini la propria disperazione

Ezio Balducci scongiura Benito Mussolini di leggere fino in fondo la sua lettera precisando che, essendo la prima volta che gli scrive, prova la stessa trepidazione che provò tre mesi prima quando gli fu davanti. L’autore esprime la disperazione che lo opprime da quando è stato accusato, assieme ad altri, di tradimento e complotto contro la Repubblica; racconta della madre, mortagli tra le braccia perché ammalatasi il giorno della condanna; ribadisce il concetto già aspreso in altre lettere, cioè che se i due detenuti sono colpevoli è giusto che scontino, e se sono innocenti è giusto pretendere la loro liberazione, senza il suo assassinio morale. Balducci scrive: "Non crederò mai Duce, che Voi mi sacrificherete in questo modo!". La lunga lettera si conclude con due richieste: la concessione della cittadinanza italiana, e la pubblicazione sui giornali dell'esito dell'inchiesta del Tribunale Speciale Italiano. Infine, Balducci giura, sulla memoria della madre, di essere innocente, e chiede che gli venga resa giustizia.