Area dell'identificazione
Segnatura/e o codice/i identificativo/i
BE_REG-29-143-b.1-fasc.2-sottofasc.2/5
Denominazione o titolo
Gianni Granzotto si sofferma sulla sorte di vari amici
Data/e
- Francia, 17 maggio 1943 (Creazione)
Livello di descrizione
Unità documentaria
Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)
Area delle informazioni sul contesto
Storia archivistica
Modalità di acquisizione o versamento
Area delle informazioni relative al contenuto e alla struttura
Ambito e contenuto
Carta intestata: Comando 4ª Armata.
Gianni Granzotto, dispiaciuto di non aver visto Balducci a Roma in occasione del suo breve passaggio per consegnare allo Stato Maggiore il primo numero di 'Tradotta', scrive di aver appreso da Fernando (Mezzasoma) la sorte di Bernardini e "il fiero animo di quei nostri compagni". Poi, pensando alla sorte di Carlo (Savoia), Bernardini, Candini, Veniteo, dello stesso Balducci e di Manzini "che appena appena si salva dall'America", l’autore ritiene che nessuno può negare che "quel nostro gruppetto di allora in questa guerra ci è stato e ci è dentro fino al collo". Granzotto scrive di aver visto Montani, "dominato dalla sventura del figlio", e il risorgere di Nannini e Pagliani. Di sé stesso, il mittente comunica che si sgancerà da lì in un paio di mesi, ma che non gli interessa più Genova, bensì un giornale più importante. Dopo aver accennato a Giovannini e chiesto a Balducci le sue intenzioni, Granzotto afferma che "questo è tempo decisivo per tutti" a cui loro si sono preparati attraverso le avventure di dieci anni senza tregua.
Gianni Granzotto, dispiaciuto di non aver visto Balducci a Roma in occasione del suo breve passaggio per consegnare allo Stato Maggiore il primo numero di 'Tradotta', scrive di aver appreso da Fernando (Mezzasoma) la sorte di Bernardini e "il fiero animo di quei nostri compagni". Poi, pensando alla sorte di Carlo (Savoia), Bernardini, Candini, Veniteo, dello stesso Balducci e di Manzini "che appena appena si salva dall'America", l’autore ritiene che nessuno può negare che "quel nostro gruppetto di allora in questa guerra ci è stato e ci è dentro fino al collo". Granzotto scrive di aver visto Montani, "dominato dalla sventura del figlio", e il risorgere di Nannini e Pagliani. Di sé stesso, il mittente comunica che si sgancerà da lì in un paio di mesi, ma che non gli interessa più Genova, bensì un giornale più importante. Dopo aver accennato a Giovannini e chiesto a Balducci le sue intenzioni, Granzotto afferma che "questo è tempo decisivo per tutti" a cui loro si sono preparati attraverso le avventure di dieci anni senza tregua.
Procedure, tempi e criteri di valutazione e scarto
Incrementi previsti
Criteri di ordinamento
Area delle informazioni relative alle condizioni di accesso ed utilizzazione
Condizioni che regolano l’accesso
Condizioni che regolano la riproduzione
Lingua della documentazione
Scrittura della documentazione
Note sulla lingua e sulla scrittura della documentazione
Caratteristiche materiali e requisiti tecnici
Strumenti di ricerca
Area delle informazioni relative a documentazione collegata
Esistenza e localizzazione degli originali
Esistenza e localizzazione di copie
Unità di descrizione collegate
Area delle note
Identificatori alternativi
Punti di accesso
Punti d'accesso per soggetto
Punti d'accesso per luogo
Punti d'accesso per nome
- Granzotto, Gianni (Soggetto)
- Giovannini, Alberto (Soggetto)
- Bernardini, Fernando (Soggetto)
- Mezzasoma, Fernando (Soggetto)
- Veniteo, Teseo (Soggetto)
- Candini, Giorgio (Soggetto)
- Nannini, Sergio (Soggetto)
- Pagliani, Franz (Soggetto)
- Montani, Guglielmo (Soggetto)
- Manzini, Raimondo Carlo (Soggetto)