Unità documentaria 135-b.5-fasc.5 - Guido Savini contesta fortemente Davide Fossa

Guido Savini ringrazia Balducci per l'interessamento e lo informa di aver parlato con Poli dell'Ente (Romagna in Etiopia); riferendosi all'astiosità di Fossa il mittente scrive: "Ancora oggi non riesco a vedere il disegno che può perseguire Davide del cui atteggiamento nei miei confronti non ho che da dolermi se non meravigliarmi […] All'origine sentimentale di certi atteggiamenti di Fossa io credo molto poco; lui continua ad essere ciò che era quando dirigeva il fascismo forlivese, l'uomo cioè freddo, analitico, spiritualmente povero e accentratore. Moralmente sanissimo ma di una coscienza puritana, glaciale e angolosa. Io vorrei che si comprendesse molto bene che non sono le differenze di carattere che ci dividono o ci urtano, ma solo le diversità di opinioni, convinzioni e programmi riferentisi all'Ente”. Savini espone i problemi della gente che è lì, lontana dalla famiglia, e spera di rivestire di bellezza “questa regione così da poterla presentare, fra non molti anni, all'occhio e al cuore del Duce". L’autore afferma di non lottare per sé ma per la vita dell'Ente che ha costruito.