Area dell'identificazione
Segnatura/e o codice/i identificativo/i
BE_REG-22-70-b.5-fasc.2
Denominazione o titolo
"L'Assalto", Anno XVI, n. 20
Data/e
- 16 maggio 1936 (Creazione)
Livello di descrizione
Unità documentaria
Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)
Area delle informazioni sul contesto
Storia archivistica
Modalità di acquisizione o versamento
Area delle informazioni relative al contenuto e alla struttura
Ambito e contenuto
L’ASSALTO, ANNO XVI, N. 20, direttore Cesare Colliva.
In prima pagina le fotografie del Re e di Mussolini sulle quali campeggia il titolo: ‘Sui fatali colli di Roma è riapparso l'Impero’, ed è pubblicato il discorso del Duce tenuto la sera del 9 Maggio, in cui "la voce potente di Mussolini ha annunciato al popolo italiano e al mondo, che l'Impero Fascista era cosa compiuta”. Nell’articolo: ‘Io, povero negro’, Giorgio Candini riferisce che "Tafari torna ad essere un umile rappresentante della razza nera, un negro come tutti gli altri, un goffo imitatore della civiltà superiore dei bianchi”. All'interno del giornale, articoli e fotografie dei camerati de 'L'Assalto' in A.O.: Bruno Romani, Balducci, Fernando Bernardini.
In prima pagina le fotografie del Re e di Mussolini sulle quali campeggia il titolo: ‘Sui fatali colli di Roma è riapparso l'Impero’, ed è pubblicato il discorso del Duce tenuto la sera del 9 Maggio, in cui "la voce potente di Mussolini ha annunciato al popolo italiano e al mondo, che l'Impero Fascista era cosa compiuta”. Nell’articolo: ‘Io, povero negro’, Giorgio Candini riferisce che "Tafari torna ad essere un umile rappresentante della razza nera, un negro come tutti gli altri, un goffo imitatore della civiltà superiore dei bianchi”. All'interno del giornale, articoli e fotografie dei camerati de 'L'Assalto' in A.O.: Bruno Romani, Balducci, Fernando Bernardini.
Procedure, tempi e criteri di valutazione e scarto
Incrementi previsti
Criteri di ordinamento
Area delle informazioni relative alle condizioni di accesso ed utilizzazione
Condizioni che regolano l’accesso
Condizioni che regolano la riproduzione
Lingua della documentazione
Scrittura della documentazione
Note sulla lingua e sulla scrittura della documentazione
Caratteristiche materiali e requisiti tecnici
Strumenti di ricerca
Area delle informazioni relative a documentazione collegata
Esistenza e localizzazione degli originali
Esistenza e localizzazione di copie
Unità di descrizione collegate
Area delle note
Nota
(I) Hailé Selassié, cioè "Potenza della Trinità", al secolo Tafari Maconnén
(II) "Ufficiali, sottufficiali, gregari di tutte le Forze Armate dello Stato in Africa e in Italia! Camicie nere della Rivoluzione! Italiani e italiane in Patria e nel mondo ascoltate. Con le decisioni che fra pochi istanti conoscerete e che furono acclamate dal Gran Consiglio del Fascismo, un grande evento si compie: viene suggellato il destino dell'Etiopia, oggi 9 maggio, XIV dell'Era Fascista. Tutti i nodi furono tagliati dalla nostra spada lucente, e la vittoria africana resta nella storia della Patria integra e pura, come i Legionari caduti e superstiti la sognavano e la volevano. L'Italia ha finalmente il suo Impero fascista, perchè porta i segni indistruttibili della volontà e della potenza del Littorio romano. Perchè questa è la meta verso la quale durante quattordici anni furono sollecitate le energie prorompenti e disciplinate delle giovani e gagliarde generazioni italiane. Impero di pace, perchè l'Italia vuole la pace per sè e per tutti e si decide alla guerra soltanto quando vi è portata da imperiose, incoercibili necessità di vita. Impero di civiltà e di umanità per tutte le popolazioni dell'Etiopia. E' nella tradizione di Roma che dopo aver vinto associava i popoli al suo destino. Ecco la legge, o Italiani, che chiude un periodo della nostra storia e ne apre un altro come un immenso varco aperto su tutte le possibilità del futuro.
1) I territori e le genti che appartenevano all'Impero di Etiopia sono posti sotto la sovranità piena e intera del Regno d'Italia.
2) Il titolo di Imperatore di Etiopia viene assunto per sè e per i suoi successori dal Re d'Italia.
Ufficiali, sottufficiali, gregari di tutte le Forze Armate dello Stato in Africa e in Italia! Camicie nere! Italiani e italiane! Il popolo italiano ha creato col suo sangue l'Impero. Lo feconderà col suo lavoro e lo difenderà contro chiunque colle sue armi. In questa certezza suprema levate in alto, Legionari, le insegne, il ferro e i cuori a salutare dopo quindici secoli la riapparizione dell'Impero sui colli fatali di Roma. Ne siete voi degni? (Un urlo formidabile della folla risponde: - Si). Questo grido è come un giuramento sacro che vi impegna dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini per la vita e per la morte. Camicie nere, Legionari,: Saluti al RE! (Un appassionato «Evviva il Re! » si leva dalla moltitudine acclamante)."
Mentre le acclamazioni dell'immensa folla salgono al cielo, si odono di nuovo gli squilli che ordinano il silenzio. Quando l'entusiasmo altissimo della folla accenna a placarsi, l'on. serena, Vice-segretario del Partito, dà lettura del seguente indirizzo votato dal Gran Consiglio: «Il Gran Consiglio del Fascismo esprime la gratitudine della Patria al Duce, fondatore dell'Impero». Il DUCE chiamato a gran voce dalla folla ritorna al balcone e di nuovo gli viene improvvisata una prorompente dimostrazione. Poi tutte le colonne, con le bandiere in alto, si dirigono verso il Quirinale per salutare il RE, Imperatore di Etiopia.
(II) "Ufficiali, sottufficiali, gregari di tutte le Forze Armate dello Stato in Africa e in Italia! Camicie nere della Rivoluzione! Italiani e italiane in Patria e nel mondo ascoltate. Con le decisioni che fra pochi istanti conoscerete e che furono acclamate dal Gran Consiglio del Fascismo, un grande evento si compie: viene suggellato il destino dell'Etiopia, oggi 9 maggio, XIV dell'Era Fascista. Tutti i nodi furono tagliati dalla nostra spada lucente, e la vittoria africana resta nella storia della Patria integra e pura, come i Legionari caduti e superstiti la sognavano e la volevano. L'Italia ha finalmente il suo Impero fascista, perchè porta i segni indistruttibili della volontà e della potenza del Littorio romano. Perchè questa è la meta verso la quale durante quattordici anni furono sollecitate le energie prorompenti e disciplinate delle giovani e gagliarde generazioni italiane. Impero di pace, perchè l'Italia vuole la pace per sè e per tutti e si decide alla guerra soltanto quando vi è portata da imperiose, incoercibili necessità di vita. Impero di civiltà e di umanità per tutte le popolazioni dell'Etiopia. E' nella tradizione di Roma che dopo aver vinto associava i popoli al suo destino. Ecco la legge, o Italiani, che chiude un periodo della nostra storia e ne apre un altro come un immenso varco aperto su tutte le possibilità del futuro.
1) I territori e le genti che appartenevano all'Impero di Etiopia sono posti sotto la sovranità piena e intera del Regno d'Italia.
2) Il titolo di Imperatore di Etiopia viene assunto per sè e per i suoi successori dal Re d'Italia.
Ufficiali, sottufficiali, gregari di tutte le Forze Armate dello Stato in Africa e in Italia! Camicie nere! Italiani e italiane! Il popolo italiano ha creato col suo sangue l'Impero. Lo feconderà col suo lavoro e lo difenderà contro chiunque colle sue armi. In questa certezza suprema levate in alto, Legionari, le insegne, il ferro e i cuori a salutare dopo quindici secoli la riapparizione dell'Impero sui colli fatali di Roma. Ne siete voi degni? (Un urlo formidabile della folla risponde: - Si). Questo grido è come un giuramento sacro che vi impegna dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini per la vita e per la morte. Camicie nere, Legionari,: Saluti al RE! (Un appassionato «Evviva il Re! » si leva dalla moltitudine acclamante)."
Mentre le acclamazioni dell'immensa folla salgono al cielo, si odono di nuovo gli squilli che ordinano il silenzio. Quando l'entusiasmo altissimo della folla accenna a placarsi, l'on. serena, Vice-segretario del Partito, dà lettura del seguente indirizzo votato dal Gran Consiglio: «Il Gran Consiglio del Fascismo esprime la gratitudine della Patria al Duce, fondatore dell'Impero». Il DUCE chiamato a gran voce dalla folla ritorna al balcone e di nuovo gli viene improvvisata una prorompente dimostrazione. Poi tutte le colonne, con le bandiere in alto, si dirigono verso il Quirinale per salutare il RE, Imperatore di Etiopia.
Identificatori alternativi
Punti di accesso
Punti d'accesso per soggetto
Punti d'accesso per luogo
Punti d'accesso per nome
- Colliva, Cesare (Soggetto)
- Mussolini, Benito (Soggetto)
- Candini, Giorgio (Soggetto)
- Selassié, Hailé (Soggetto)
- Romani, Bruno (Soggetto)
- Bernardini, Fernando (Soggetto)
- Vittorio Emanuele III (Soggetto)
- Serena, Adelchi (Soggetto)