Unità documentaria 2-b.9-fasc.3 - Raimondo Manzini racconta le sue permanenze a Parigi e Londra

Raimondo Manzini, dopo un lungo silenzio interrotto da un breve racconto della vita parigina, invita Balducci a salire sul primo treno Bologna-Torino-Parigi, e di passare la Manica, poiché a Parigi - che Manzini chiama Lutetia come "i legionari che marciavano sulle vie romane che oggi noi novellamente percorriamo", - è sufficiente restare una settimana. L’autore scrive di aver conosciuto il Segretario del Guf parigino che invierà a Bologna un elenco di nomi cui spedire 'Nuova Guardia', e precisa di aver visitato gli ambienti universitari ricevendone una sconfortante impressione, perchè la maggioranza è apatica e la minoranza è divisa tra un nazionalismo romantico alla Action Francaise, e un sovversivismo privo di contenuto. Dopo aver raccontato di Londra, dove è stato ricevuto da Dino Grandi, Manzini comunica che andrà da Pellizzi, e chiede la presentazione per Mosley, poi si sofferma sull'articolo del Duce sul fascismo nel mondo apparso il giorno prima sui giornali inglesi, e accenna all’ascesa di Vicari e ai mutamenti al 'Carlino'.