Unità documentaria 179-b.1-fasc.1-sottofasc.1/5 - Giovanni Cini racconta a Balducci le sue vicissitudini del 1940

Area dell'identificazione

Segnatura/e o codice/i identificativo/i

BE_REG-28-179-b.1-fasc.1-sottofasc.1/5

Denominazione o titolo

Giovanni Cini racconta a Balducci le sue vicissitudini del 1940

Data/e

  • Firenze, 6 luglio 1942 (Creazione)

Livello di descrizione

Unità documentaria

Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)

Area delle informazioni sul contesto

Storia archivistica

Modalità di acquisizione o versamento

Area delle informazioni relative al contenuto e alla struttura

Ambito e contenuto

Carta intestata: Medico-Chirurgo.
Giovanni Cini, appresa dalla lettera di Balducci la sua odissea, lo informa che anche Maddaloni era furente. Di sé stesso, il mittente scrive che ora è capo sala, "neppure capo reparto!". Poi, raccontando la ritirata, l’autore ricorda che il 13 dicembre 1940 egli scese a Bardia per mettersi a disposizione della Direzione di Sanità trovando molto disordine, dato che il Col. Forti e Sessa erano in Tripolitania, e sottolinea che "fra un mitragliamento e l'altro" egli giunse a Tobruk e a Derna, da dove non fu rimandato alla Sez. Sanità 201, ma trattenuto per organizzare un ospedale. Cini rammenta che il 13 Gennaio Forti gli affidò l'868° ospedale da campo ad Agedabia, a coprire le colonne che ripiegavano dalla Cirenaica, mentre ai primi di febbraio si trovarono addosso le avanguardie nemiche e "abbandonati dai nostri comandi con grande fatica riuscìi a procurare alcuni automezzi per i feriti e a raggiungere le linee a Sirte, e poi Tripoli”. Cini rimarca che ebbe sul campo una medaglia di bronzo e Masi la Croce al valore. In aprile, ripresa l'avanzata, egli si trovò a Bengasi e Derna, dove il suo ospedale da campo restò fino alla seconda ritirata, e aggiunge che a settembre, colto da enterocolite amebica, egli fu rimpatriato. Infine, Cini chiede a Balducci di fargli avere il suo rapporto informativo per il periodo in cui rimase alla '23 Marzo', cioè da luglio al 1° dicembre 1940, e, in un P.S, conferma quanto detto da Balducci, cioè che il Gen. Neame era Governatore militare di Bengasi, non della Cirenaica, e che l'altro è O'Connor.

Procedure, tempi e criteri di valutazione e scarto

Incrementi previsti

Criteri di ordinamento

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Condizioni che regolano l’accesso

Condizioni che regolano la riproduzione

Lingua della documentazione

Scrittura della documentazione

Note sulla lingua e sulla scrittura della documentazione

Caratteristiche materiali e requisiti tecnici

Strumenti di ricerca

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Esistenza e localizzazione degli originali

Esistenza e localizzazione di copie

Unità di descrizione collegate

Area delle note

Nota

(I) Philip Neame (1888-1978) fu un generale e tiratore inglese decorato nel 1914 con la Victoria Cross. Nel 1941, durante la campagna del Nord Africa della Seconda guerra mondiale, incaricato del comando delle forze britanniche schierate in Cirenaica, fu sorpreso dalla imprevista controffensiva dell'Afrikakorps di Erwin Rommel e fu catturato dai tedeschi insieme ad altri tre generali inglesi. Durante la prigionia in Italia, tentò più volte la fuga con alcuni commilitoni, tra cui il maggior generale Richard O'Connor, il tenente generale Sir Adrian Carton de Wiart, un altro militare insignito della Victoria Cross, e il brigadier generale John F. B. Combe. Neame infine riuscì nel suo intento.
(II) Sir Richard Nugent O'Connor (1889-1981) fu catturato nei pressi di Derna, (per un errore di
direzione da parte del suo autista) da una pattuglia di avanguardia tedesca, la notte del 7/04/1941, insieme ai generali Combe e Carton de Wiart. A sua volta anche Neame e il generale Gambier Parry vennero catturati dalle colonne mobili tedesche. O'Connor trascorse oltre due anni in un campo italiano di prigionia presso Vincigliata (Fiesole-Firenze) dal quale fu liberato dopo l'8 settembre 1943, rifugiandosi negli appennini romagnoli con altri generali e ufficiali britannici tra cui il generale Combe. Con l'aiuto dei Partigiani romagnoli, e in particolare di Torquato Nanni, Tonino Spazzoli e Bruno Vailati, O'Connor rientrò in patria nel dicembre del 1943, assieme al generale Neame e al maresciallo dell'aria Owen Tudor Boyd. L'aiutante di campo di Neame, il generale Combe, rimase negli Appennini forlivesi con altri alti ufficiali britannici tra cui il generale Edward Todhunter, fino alla fine di marzo 1944, per mantenere i rapporti con i partigiani locali e in particolare con la formazione guidata dal 'Comandante Libero', Riccardo Fedel.

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Lingua/e

Scrittura/e

Fonti

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