Unità documentaria 35-b.12-fasc.m - Guido Savini ringrazia Balducci per i consigli

Guido Savini ringrazia Balducci per i consigli, lo informa di aver scritto a Gianguido Borghese chiedendo di interessarsi al suo ingaggio per Ceylon, ma di non aver ancora ricevuto risposta, e commenta: "Il nostro paese è destino che rimanga nelle mani della stessa gente!”. L’autore si dice lieto per Peppino (Giuseppe) Monti, “per cui ho molto temuto”, e per Pierpaolo e Leonida (fratelli Micheloni). Riguardo ad Alberto (Savini), il mittente scrive di aver ricevuto una sua lettera in cui comunica di star bene e consiglia di fargli avere notizie tramite il Nunzio Apostolico. Savini afferma che recarsi a Roma “in esplorazione”, come consigliato da Balducci, è costoso, e spera nell'interessamento di Gazzoni; inoltre, avendo sentito alla radio che il Perù accetta mano d'opera italiana, chiede a Balducci se può interessarsi presso quel consolato, perché “io sono disposto a partire anche subito”. Dopo essersi soffermato su “questo fetore di letamaio che ormai soffoca ogni cosa”, sulla “pazzia generale che ha colpito l'Europa”, e sugli “arruffapopoli che sono gli stessi, ieri neri, oggi rossi, domani gialli”, Savini commenta: “Non potevamo trovare un tempo peggiore per venire al mondo! Il secolo della bomba atomica!”, e pensa alla prossima guerra, “per liberare magari il popoo lrusso”, e per ricombattere per Trieste, o Zara o Bolzano, o Addis Abeba.