Unità documentaria 1-b.1-fasc.1-sottofasc.1/1 - Leonida Felletii risponde alle domande di Nullo Balducci sulla sorte del figlio Ezio

Area dell'identificazione

Segnatura/e o codice/i identificativo/i

BE_REG-27-1-b.1-fasc.1-sottofasc.1/1

Denominazione o titolo

Leonida Felletii risponde alle domande di Nullo Balducci sulla sorte del figlio Ezio

Data/e

  • Ferrara, 26 gennaio 1941 (Creazione)

Livello di descrizione

Unità documentaria

Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)

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Storia archivistica

Modalità di acquisizione o versamento

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Ambito e contenuto

Carta intestata: Corriere Padano, Redazione. Angolo superiore sinistro a lutto. Leonida Felletti risponde alle richieste di Nullo Balducci sulla sorte del figlio Ezio, raccontamdo di averlo conosciuto a Sidi el Barrani durante un "soggiorno" presso la '23 Marzo', e di aver trascorso “ogni giorno, ogni ora con lui” divenendo suo ottimo amico, e di averlo visto a fine novembre. Felletti scrive che la Divisione '23 Marzo' ai primi di dicembre lasciò Sidi el Barrani, avvicendata dalla '3 Gennaio', ritirandosi presso Sollum, e difendendo il sistema Sollum-Alfaya-Capuzzo con successivo ripiegamento su Bardia. Felletti suppone che Balducci, dopo aver partecipato "a quella difesa che fu una vera epopea e alla fine è stata accerchiata", sia ora prigioniero, “salvo che la lettera da voi citata non sia stata inviata non da Bardia”, ed sprime a Nullo Balducci il desiderio di recarsi a Rimini per parlargli personalmente, e anche per tenere una conferenza sulla guerra in Africa, dove conobbe molti di riminesi. Allo scopo, il mittente precisa di aver scritto al presidente di Cultura Fascista di Rimini, Prof. Nevio Matteini, e di attendere risposta.

Procedure, tempi e criteri di valutazione e scarto

Incrementi previsti

Criteri di ordinamento

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Condizioni che regolano l’accesso

Condizioni che regolano la riproduzione

Lingua della documentazione

Scrittura della documentazione

Note sulla lingua e sulla scrittura della documentazione

Caratteristiche materiali e requisiti tecnici

Strumenti di ricerca

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Esistenza e localizzazione degli originali

Esistenza e localizzazione di copie

Unità di descrizione collegate

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Nota

(I) Ricordiamo che il 'Corriere Padano' fu fondato da Italo Balbo, deceduto il 28 giugno 1940.
(II) 6 gennaio 1941: Ezio Balducci viene fatto prigioniero. Il suo racconto sull'accaduto, scritto al Dr. De Marchi, è contenuto nella lettera del 7 giugno 1943 collocata in: b.4-fasc.2 (Giu.1943)
(III) 10 febbraio 1941: Encomio solenne al Centurione Medico Ezio Balducci (motivazioni riportate nei giornali del 1942, contenuti in: b.8-fasc.7
(IV) “L’assedio a Bardia iniziò dal 16 dicembre 1940 e si manifestò con tentativi di penetrazione nel nostro sistema difensivo, tentativi sempre respinti; il vero attacco avvenne nelle primissime ore (4,30) della mattina del 3 gennaio 1941; un battaglione della 6^ divisione australiana, aprì un varco nel settore centrale, tra la divisione '23 Marzo' e la divisione 'Marmarica'; il battaglione, protetto da un forte concentramento di tiri di artiglieria, oltrepassò il fosso anticarro neutralizzando i campi minati, mentre alle sue spalle reparti del genio inglese coprivano il fossato permettendo il passaggio dei carri armati e della fanteria australiana, che in effetti irruppe in quel varco dilagando dentro la cerchia di Bardia. Le nostre divisioni vennero prese alle spalle, e pur opponendo una disperata ed eroica resistenza dovettero cedere. In poche ore di lotta caddero i capisaldi tenuti dalla divisione 'Marmarica', seguirono quelli della '23 Marzo' e '28 Ottobre', poi venne la volta della divisione 'Catanzaro'; gli ultimi a capitolare furono i capisaldi della divisione 'Cirene', ma il 1° gruppo del 45° reggimento artiglieria della 'Cirene', al comando del capitano Giovanni D’Avossa, appostato nel caposaldo di Bir Ras a Sud dell’Uadi Mrega, tenne testa, per quasi tutta la giornata del 5 gennaio, agli assalti nemici respingendoli con i micidiali colpi dei suoi obici da 100/17. Purtroppo alle ore 15, esaurite tutte le munizioni, dovette arrendersi, e con esso cessava ogni residua resistenza a Bardia. Gli inglesi catturarono i generali De Guidi della 'Cirene', Argentino della '28 Ottobre', Antonelli della '23 Marzo' con circa 45.000 soldati, oltre 400 cannoni e alcune centinaia di automezzi. Sfuggirono alla cattura il generale Bergonzoli, il generale Amico della 'Catanzaro', il vice comandante della divisione '23 Marzo', console generale Nicchiarelli, e quello della '28 Ottobre', console generale Cirillo; a loro si erano uniti alcuni ufficiali e 21 soldati. Il gruppo, lasciata Bardia, affrontò a piedi i 120 Km. che separavano la piazzaforte da Tobruch, camminarono per 4 giorni solo di notte, mentre di giorno si nascondevano negli anfratti lungo la costa […] Sidi el Barrani strategicamente non diceva nulla, era una località desertica, aperta a tutti gli attacchi e difficilmente era nella possibilità di essere difesa; quella conquista non aveva risolto nulla, solo un effetto propagandistico per il
popolo e la conquista di un centinaio di chilometri di territorio nemico. Di questo Graziani fu convinto e certamente, se avesse avuto i mezzi non sarebbe stata quella la meta che intendeva raggiungere”.

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Livello di completezza

Date di creazione, revisione, cancellazione

Lingua/e

Scrittura/e

Fonti

www.ernandes.net/savasta/terzo.htm - Paolo Savasta: Un sogno italiano, la Libia, capitolo III°

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