Unità documentaria 37-b.12-fasc.n - Salvatore Di Caro rivendica la propria innocenza

Salvatore Di Caro scrive a Balducci: “Non so quali cartucce io debba adoperare affinché coloro che debbono decidere il mio caso si ricordino che oramai io ho fame, quella con le lettere maiuscole”. L’autore fa riferimento alla relazione di un Ispettore, ritenuto parziale, secondo cui “io dovevo essere colpevole!” per dare ragione a Liverani, “pupillo dell'allora Direttore generale”. Ritenendo “che la guerra subita e vissuta nei suoi orrori e nelle sue conseguenze” sia già una punizione, Di Caro chiede perché lui non sia stato riammesso in servizio, in modo che chi non ha colpa non soffra la fame, mentre ai delinquenti è stata concessa l'amnistia.