Area dell'identificazione
Segnatura/e o codice/i identificativo/i
BE_REG-18-44-b.35-fasc.16
Denominazione o titolo
"Il Popolo Sammarinese", Anno VII, n. 2
Data/e
- San Marino, 17 gennaio 1932 (Creazione)
Livello di descrizione
Unità documentaria
Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)
Area delle informazioni sul contesto
Storia archivistica
Modalità di acquisizione o versamento
Area delle informazioni relative al contenuto e alla struttura
Ambito e contenuto
IL POPOLO SAMMARINESE, ANNO VII, N. 2
Numero interamente dedicato alla condanna dell'ex Reggente Ezio Balducci; sono elencati i 9 capi d'accusa, si afferma inoltre che nella sera del 15 marzo 1930, avvenuta l'elezione dei Capitani Reggenti, Balducci abbandonò la Repubblica, tornò il 1° aprile per la cerimonia, e lasciò San Marino “non senza munirsi della protezione di un segretario di Fascio forastiero”. In: 'La requisitoria del Procuratore del Fisco', si esamina l'operato del Reggente Balducci: l'opposizione di Serravalle verso la costruzione della ferrovia; le parole offensive rivolte a pubblici funzionari da un parente del Balducci, il quale poi richiamò il Tenente dei Carabinieri incaricato delle indagini; la sospensione del Popolo Sammarinese; il discorso tenuto in Consiglio il 9 novembre 1929 che, benché riportato “in forma attenuata” nel Verbale, fu così provocatorio “da far nascere un tumulto”. L'autore riferisce che, durante la stessa seduta, Balducci chiese l'autorizzazione a contrarre un debito di oltre un milione per opere pubbliche che il Consiglio “a grande maggioranza respinse”, che il Reggente intendeva sciogliere il Consiglio e, se appoggiato dalla Forza Pubblica, avrebbe compiuto “un vero colpo di Stato”. Nell'articolo 'La Sentenza' si ripercorrono le fasi del caso tra cui la mancata presentazione di Balducci e, infine, la condanna “alla inabilitazione perpetua a coprire la carica di Membro del Principe e Sovrano Consiglio dei LX e alla interdizione per anni quindici da oggi da qualsiasi altro diritto politico”.
Numero interamente dedicato alla condanna dell'ex Reggente Ezio Balducci; sono elencati i 9 capi d'accusa, si afferma inoltre che nella sera del 15 marzo 1930, avvenuta l'elezione dei Capitani Reggenti, Balducci abbandonò la Repubblica, tornò il 1° aprile per la cerimonia, e lasciò San Marino “non senza munirsi della protezione di un segretario di Fascio forastiero”. In: 'La requisitoria del Procuratore del Fisco', si esamina l'operato del Reggente Balducci: l'opposizione di Serravalle verso la costruzione della ferrovia; le parole offensive rivolte a pubblici funzionari da un parente del Balducci, il quale poi richiamò il Tenente dei Carabinieri incaricato delle indagini; la sospensione del Popolo Sammarinese; il discorso tenuto in Consiglio il 9 novembre 1929 che, benché riportato “in forma attenuata” nel Verbale, fu così provocatorio “da far nascere un tumulto”. L'autore riferisce che, durante la stessa seduta, Balducci chiese l'autorizzazione a contrarre un debito di oltre un milione per opere pubbliche che il Consiglio “a grande maggioranza respinse”, che il Reggente intendeva sciogliere il Consiglio e, se appoggiato dalla Forza Pubblica, avrebbe compiuto “un vero colpo di Stato”. Nell'articolo 'La Sentenza' si ripercorrono le fasi del caso tra cui la mancata presentazione di Balducci e, infine, la condanna “alla inabilitazione perpetua a coprire la carica di Membro del Principe e Sovrano Consiglio dei LX e alla interdizione per anni quindici da oggi da qualsiasi altro diritto politico”.