Unità documentaria 167-b.4-fasc.2 - Angelo Serrantini si sofferma sul suo rimpatrio

Angelo (Angiolino) Serrantini esprime a Balducci la propria gratitudine perché, da quanto gli ha raccontato la moglie, è convinto di essere rimpatriato anche grazie a lui, e commenta: "Anche se potessi farti vincere la lotteria di Tripoli, sarebbe nulla". Il mittente accenna alle disgrazie che hanno colpito la famiglia, tra cui la morte dell'amatissima sorella avvenuta due anni prima, che non gli era stata comunicata. L’autore riferisce di trovarsi all'ospedale contumaciale Policlinico fino al 18 giugno, e che con lui è rimpatriato il Dr. Bertusi, ferito alla gamba destra. Infine, Serrantini riferisce a Balducci la necessità di parlare dei prigionieri in India, e racconta di essere stato per due mesi nella "maledetta famigerata Geneifa", Campo 306, gabbia 11.