Unità documentaria 146-b.8-fasc.5 - Discorso di Don Azio Martelli

Area dell'identificazione

Segnatura/e o codice/i identificativo/i

BE_REG-41-146-b.8-fasc.5

Denominazione o titolo

Discorso di Don Azio Martelli

Data/e

  • Serravalle (RSM), 6 agosto 1955 (Creazione)

Livello di descrizione

Unità documentaria

Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)

Area delle informazioni sul contesto

Storia archivistica

Modalità di acquisizione o versamento

Area delle informazioni relative al contenuto e alla struttura

Ambito e contenuto

Discorso di Don Azio Martelli e della ”voce del socialismo" contro le canaglie dello sfasciato fascismo e dei sepolcri imbiancati, parassiti che vogliono tacitare la coscienza, cristiani che non amano Dio e fregano le creature. Don Azio sostiene che in questi dieci anni fruttuosi di opere nuove e cosparsi di spine, il partito socialista, difeso dal Santo Marino, ha brillato di onore e gloria; afferma che quando gli anziani erano in prigione fuori, in esilio, i vampiri fascisti, ora democratici, si scagliavano contro i socialisti a mano armata, avidi di sangue e di rapina, ma che né l'esilio né il carcere hanno spento la fiamma. Il discorso prosegue contro Balducci: “A Serravalle è sceso in campo con la ferocia della pantera, un tale con la voce di cherubino vestito da angelo ma con ordigni di guerra; oggi percorre strade, spudoratamente predicando la democrazia, diffondendo la nausea del fascismo anche a noi. Questo camerata di Serravalle, dirigente del partito fascista, che a Bologna mandava avanti il movimento fascista giovanile con la ferocia della pantera incatenata […] Camerata Balducci, il sangue proletario grida vendetta […]". Don Martelli scrive che questi fascisti impenitenti hanno tradito la patria e se stessi, e ciò che non hanno ottenuto i fascisti lo hanno fatto i socialcomunisti in questi dieci anni di storia gloriosa, e sostiene che “la nostra dottrina è la piena attuazione dei concetti evangelici”. Poi il sacerdote scrive di se stesso, delle sue origini povere e delle sue idee aperte verso gli operai, che gli valsero l'ostilità del Vescovo, e conclude rivolgendosi alle donne, raccomandando loro di maturare, di essere religiose ma non superstiziose, e di coltivare la religione.

Procedure, tempi e criteri di valutazione e scarto

Incrementi previsti

Criteri di ordinamento

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Condizioni che regolano l’accesso

Condizioni che regolano la riproduzione

Lingua della documentazione

Scrittura della documentazione

Note sulla lingua e sulla scrittura della documentazione

Caratteristiche materiali e requisiti tecnici

Strumenti di ricerca

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Esistenza e localizzazione degli originali

Esistenza e localizzazione di copie

Unità di descrizione collegate

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Codice identificativo della descrizione

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Norme e/o convenzioni

Grado di elaborazione

Livello di completezza

Date di creazione, revisione, cancellazione

Lingua/e

Scrittura/e

Fonti

Area dell'acquisizione

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