Unità documentaria 76-b.5-fasc.2 - Calimero Barilli racconta di amici e avvenimenti africani

Calimero Barilli, appreso il suo indirizzo africano, informa Balducci di aver ricevuto una cartolina da Napoli firmata da lui, Manzini, Bianchi, Giovannini, Baracchi, Fedriga, e confida di pensare con nostalgia agli amici "di fede accanita e di bolletta acuta" cresciuti vicino all'animatore Balducci. Barilli, definendosi sentimentale anche dopo aver fatto una dura campagna e sofferto la fame, scrive di trovarsi a Macallè, "il centro più evoluto e corrotto d'Etiopia", proprio dove Badoglio aveva le sue tende, poi racconta dell'Ascianghi, Sagamiti e Massaua. Il mittente accenna a Bernardini, che si trova a Diredaua; a Granzotto, rimasto a Gorrahei, il quale, scrivendogli il 17/05 da Addis Abeba, ha lamentato un mancato appuntamento con Balducci, vicino alla farmacia del tedesco Zann, all'angolo della piazza in cui sorgeva il monumento a Menelik. Barilli scrive di aver incontrato altri conoscenti: Zagnoli e Regnoli, tenenti piloti; il capitano avvocato Dino Bolognini; Enrico Gelati; Bassi; Stolfi; Bartolazzi. Poi accenna alle corrispondenze con Vita-Finzi, Dino Lodi, Ezio Cesarini, Rinaldo Mengoli. Inoltre, dopo aver comunicato che Aldo Borelli lo ha invitato a Milano, Barilli commenta che "Calimero non si farà mai alcuna illusione. Noi sappiamo qual è il nostro destino; quello di essere sempre gli ultimi e fessi, perché le nostre condizioni non hanno permesso di entrare in possesso di un pezzo di carta che dimostra lo studio compiuto”. In un foglio allegato, Barilli comunica che al momento di chiudere è giunto l'ordine di rimpatrio.