Unità documentaria 26-b.35-fasc.5 - "San Marino", Anno X, nn. 1 - 2

SAN MARINO, ANNO X, NN. 1 – 2
Edizione con foglio interno interamente dedicato alla morte improvvisa di Ezio Balducci, “che ha profondamente commosso il popolo sammarinese”. Si trascrivono varie commemorazioni tenute in Aula consiliare il 4 febbraio, tra cui quelle di:

• Federico Bigi afferma: “E’ nei momenti difficili che l'uomo mostra la sua indole, il suo spirito e le sue capacità”, e dopo aver rammentato il periodo bellico, allorquando Balducci “offrì spontaneamente la sua vita allo straniero”, e protesse le vite di concittadini e forensi affrontando disagi tra bombardamenti e raffiche di mitra, ribadisce che “anche la storia un giorno Lo ricorderà, assieme ai Babboni e ai Lonfernini, giudicandolo nella Sua vera luce, quando il tempo, che è galantuomo, avrà annullata la meschineria che ha portato a soffocare i naturali impulsi della umana riconoscienza ed il rispetto della verità”.
• Leonida Suzzi Valli: ricorda lo spirito di ribellione di Balducci, il suo operato durante il periodo bellico, l'intelligenza con cui condusse i negoziati “riuscendo a procacciare sostentamento e medicinali ai concittadini ed alla immensa folla dei rifugiati, ad ottenere, per quanto umanamente possibile, il rispetto della nostra Terra da parte di due colossi potentemente armati che si affrontavano per una lotta all'ultimo sangue”. Infine, Suzzi Valli afferma che “da vari anni la Sua esistenza era minacciata da un male inesorabile di cui Egli, medico, conosceva tutti i particolari e che non gli dava adito a speranze. Pur di fronte alla certezza di una fine immatura, alla consapevolezza, più volte accoratamente esternata, di non poter vedere adulto il figlioletto che tanto amava, non ha desistito un solo giorno dalla Sua intensa attività, dall'aiutare centinaia di persone che si rivolgevano a Lui per aiuto e consiglio”.
• Alvaro Casali: associandosi a chi lo ha preceduto, afferma che il Consiglio non può dimenticare “quanto Egli, saggiamente e coraggiosamete compì, nei tragici momenti della più perigliosa ora che abbia mai attraversato la Repubblica. Molti di noi, qui presenti, debbono a Lui se nell’orrendo frangente, poterono aver salva la vita e se molte minacciate rappresaglie furono risparmiate alle nostre famiglie. Al disopra delle contese politiche, al di fuori dei profondi contrasti ideologici, è onesto e giusto che rendiamo alla Sua cara Memoria, questo leale riconoscimento, che è l'espressione sincera del nostro animo, memore e riconoscente”.