Area dell'identificazione
Segnatura/e o codice/i identificativo/i
BE_REG-35-28-b.29-fasc.7
Denominazione o titolo
"L'Ausa", Anno XXXIII, n. 2
Data/e
- 22 gennaio 1949 (Creazione)
Livello di descrizione
Unità documentaria
Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)
Area delle informazioni sul contesto
Storia archivistica
Modalità di acquisizione o versamento
Area delle informazioni relative al contenuto e alla struttura
Ambito e contenuto
L'AUSA, ANNO XXXIII, N. 2
Lettera di Marino Della Balda che contesta quanto pubblicato il giorno 8 in cui, riprendendo l'articolo de 'Il giornale dell'Emilia' del 28/12/1948, l’autore, “già condannato per falso dal Tribunale di San Marino ad un anno di prigionia”, nega l'intervento di Marino Della Balda durante l’adunata plenaria del Comitato della Libertà. Riferendosi al caso di Giuseppe Babbi del marzo 1944, il firmatario ritiene che non gli si possano
muovere addebiti, perché assieme al Segretario Babboni si adoperò presso l’Ambasciata Germanica di Fasano, così come fece il Vescovo di Rimini presso il Prefetto di Forlì. Della Balda precisa che “nessuna estradizione fu mai autorizzata a carico del Babbi”, così come si evince dal verbale del Consiglio di Stato del 24 marzo (1944) e dalle pratiche svolte dalle autorità sammarinesi “raccolte in apposito fascicolo di archivio”. Infine, riferendosi alla sua iscrizione al Partito Popolare, Della Balda spiega che deve intendersi fino al 1929, “epoca in cui lo stesso partito si prostituì al fascismo”, ed egli se ne allontanò assieme ad Egisto Morri e Giovanni Ciavatta, restando però in Consiglio fino al 1930. Segue la risposta del giornale.
Lettera di Marino Della Balda che contesta quanto pubblicato il giorno 8 in cui, riprendendo l'articolo de 'Il giornale dell'Emilia' del 28/12/1948, l’autore, “già condannato per falso dal Tribunale di San Marino ad un anno di prigionia”, nega l'intervento di Marino Della Balda durante l’adunata plenaria del Comitato della Libertà. Riferendosi al caso di Giuseppe Babbi del marzo 1944, il firmatario ritiene che non gli si possano
muovere addebiti, perché assieme al Segretario Babboni si adoperò presso l’Ambasciata Germanica di Fasano, così come fece il Vescovo di Rimini presso il Prefetto di Forlì. Della Balda precisa che “nessuna estradizione fu mai autorizzata a carico del Babbi”, così come si evince dal verbale del Consiglio di Stato del 24 marzo (1944) e dalle pratiche svolte dalle autorità sammarinesi “raccolte in apposito fascicolo di archivio”. Infine, riferendosi alla sua iscrizione al Partito Popolare, Della Balda spiega che deve intendersi fino al 1929, “epoca in cui lo stesso partito si prostituì al fascismo”, ed egli se ne allontanò assieme ad Egisto Morri e Giovanni Ciavatta, restando però in Consiglio fino al 1930. Segue la risposta del giornale.
Procedure, tempi e criteri di valutazione e scarto
Incrementi previsti
Criteri di ordinamento
Area delle informazioni relative alle condizioni di accesso ed utilizzazione
Condizioni che regolano l’accesso
Condizioni che regolano la riproduzione
Lingua della documentazione
Scrittura della documentazione
Note sulla lingua e sulla scrittura della documentazione
Caratteristiche materiali e requisiti tecnici
Strumenti di ricerca
Area delle informazioni relative a documentazione collegata
Esistenza e localizzazione degli originali
Esistenza e localizzazione di copie
Unità di descrizione collegate
Area delle note
Identificatori alternativi
Punti di accesso
Punti d'accesso per soggetto
Punti d'accesso per luogo
Punti d'accesso per nome
- Della Balda, Marino (Soggetto)
- Babbi, Giuseppe (Soggetto)
- Morri, Egisto (Soggetto)
- Ciavatta, Giovanni (Soggetto)