Unità documentaria 157-b.17-fasc.aprile - Franco Grossi scrive dall'Argentina

Franco Grossi, informato dalla moglie Giuliana della nascita del figlio Alessandro, si complimenta con Balducci e si sofferma su gioie e responsabilità della paternità. Ribadendo la propria tristezza per la mancanza della famiglia, il mittente chiede a Balducci di interessarsi per lui con Cattabriga, anche per dargli la prova e “credere che amicizia e cameratismo sono valori che talvolta esistono". Rimpiangendo amaramente la vita precedente, Grossi afferma: “La mia morale, la mia intelligenza, la mia sensibilità erano un nulla, un’errore, appartenevano ad un mondo che non esisteva se non in me. Ed oggi sono un
vinto". Scusandosi con Balducci per il tono depresso della lettera, perché "mi conoscesti forte, battagliero, sicuro sempre di me e di dominare gli eventi e le cose", Grossi scrive che "la mia vita fu tutta un errore", e spera che i figli lo perdoneranno e comprenderanno “con l’allegria compassionevole dei vent'anni, dell'età dove tutto pare a portata di mano".