Area dell'identificazione
Segnatura/e o codice/i identificativo/i
BE_REG-41-148-b.8-fasc.5
Denominazione o titolo
Dicsocrso di Lino Celli e Domenico Morganti
Data/e
- Serravalle (RSM), 7 agosto 1955 (Creazione)
Livello di descrizione
Unità documentaria
Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)
Area delle informazioni sul contesto
Storia archivistica
Modalità di acquisizione o versamento
Area delle informazioni relative al contenuto e alla struttura
Ambito e contenuto
Comizio di Lino Celli e Domenico Morganti per le elezioni del 14 agosto 1955, in cui, tra l'altro, si afferma che dal 1945, nonostante la guerra fredda dei dirigenti DC italiani e sammarinesi, San Marino assume un nuovo volto. Il discorso prosegue rivolgendosi a operai e coltivatori diretti, rammaricandosi per coloro di essi che sono nelle file degli avversari che li hanno strapazzati; ai commercianti, quasi nemici dei social comunisti, che quando c'era il fascismo facevano miseria. Gli oratori si augurano che i ciarlatani spariscano dalla vita del paese e siano sostituiti da gente seria.
dirigenti della D.C.". Morganti fa riferimento al presunto colpo di stato del 1931-32, spinto dalla vendetta, mentre ora Balducci ha trovato il suo degno posto nella DC, vecchia cariatide di fascisti segnati sulla fronte con la croce. La relazione continua elencando i successi in campo internazionale e interno.
- Domenico Morganti sostiene che la 4ª consultazione del 14 agosto li trova in perfetta serenità d'intenti, per cui il PCS torna, dopo 4 anni, ad affrontare il giudizio popolare dal quale è nato. Poi fa riferimento alla DC e al suo “capataz” (Balducci) che si è risciacquato la bocca con la libertà nel suo discorso a San Marino, e si è arrogato il diritto di aver salvato la Repubblica e di essere quello che per tutta la vita ha consacrato i suoi sentimenti per essa. A proposito di Balducci, Morganti scrive: “Egli ha detto di aver difeso le istituzioni della Repubblica e di averla difesa nei momenti di pericolo, ma noi sappiamo che il camerata Balducci, l'uomo del vecchio e del nuovo fascismo, ha difeso solo se stesso, le sue ambizioni e il criminale di guerra: il Maresciallo Graziani! Fu un fascista che non andò per le spicciole, passò da teppismo politico a teppismo politico, e quando doveva rendere i conti ai partigiani italiani, è venuto quassù a rifugiarsi, per salvare la pelle e speculare. Ha detto che a San Marino è avvenuto il colpo di stato, ma era un colpo di sole preso dai
dirigenti della D.C.". Morganti fa riferimento al presunto colpo di stato del 1931-32, spinto dalla vendetta, mentre ora Balducci ha trovato il suo degno posto nella DC, vecchia cariatide di fascisti segnati sulla fronte con la croce. La relazione continua elencando i successi in campo internazionale e interno.
Procedure, tempi e criteri di valutazione e scarto
Incrementi previsti
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Condizioni che regolano la riproduzione
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Scrittura della documentazione
Note sulla lingua e sulla scrittura della documentazione
Caratteristiche materiali e requisiti tecnici
Strumenti di ricerca
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Esistenza e localizzazione di copie
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- Celli, Lino (Soggetto)
- Morganti, Domenico (Soggetto)
- Graziani, Rodolfo (Soggetto)