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Segnatura/e o codice/i identificativo/i
Denominazione o titolo
Data/e
- [1953] (Creazione)
Livello di descrizione
Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)
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Storia archivistica
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Nota
(I) Fascicolo Senza Data
(II) "L’area che oggi circonda il Tempio Malatestiano era un tempo densa di costruzioni religiose. Alle spalle del convento e della chiesa, (dedicati a san Francesco), vi erano, circondati da orti, prati e giardini, tre edifici di culto: l’oratorio della Madonna del Paradiso, l’oratorio di San Giuseppe, e la chiesa di Sant’Antonio (poi detta della Croce e del Riscatto), che il tempo ha completamente cancellato. Nel 1536 la Confraternita dei falegnami ottenne dai Francescani di utilizzare come oratorio una cappella esistente a fianco dell’abside della chiesa di San Francesco (il Tempio Malatestiano), nella quale era venerata una Madonna in trono col Bambino detta “del Paradiso”. Ampliato negli anni 1536-1538, l’oratorio fu totalmente rinnovato nel 1600 a spese di Alessandro Gambalunga (che vi fu sepolto), diventando un piccolo gioiello d’arte. La facciata era completamente occupata da un affresco di Giovanni Laurentini, detto l’Arrigoni, raffigurante il Giudizio Universale; sempre dell’Arrigoni, autore anche dell’intero progetto di ristrutturazione, erano le tele con le Storie di Giuseppe e di Maria che ornavano il bellissimo soffitto di legno intagliato, mentre la ricca decorazione a stucco delle pareti fu eseguita da uno sconosciuto maestro itinerante, certo Giovan Battista da Savignano. Dal 1809, allorché la cattedrale fu trasferita in San Francesco, al 1860, l’oratorio del Paradiso fu adibito a battistero, quindi fu abbandonato e utilizzato come magazzino iniziando lentamente a deperire, tanto che nel 1905 ne fu proposta la demolizione (giudicando «il valore artistico della chiesa, di stile barocco, limitatissimo»). Lo storico dell’arte Corrado Ricci riuscì a salvare l’edificio, ma solo per pochi decenni: nel 1944 fu infatti completamente distrutto da un bombardamento aereo".
(III) La parrocchia di S. Andrea dell’Ausa di Rimini ha origini molto antiche che risalgono al primo millennio dopo Cristo. Era la tipica parrocchia suburbana, fuori le mura, ad ovest della città, con estensione che andava dal ponte di Tiberio all’Arco d’Augusto e, nell’entroterra, fino al colle di Covignano. La primitiva chiesa, dedicata ai Santi Andrea e Donato, era situata a ridosso delle mura nella zona di confluenza delle attuali via Melozzo da Forlì e via Cignani. Essa fu distrutta da un’invasione barbarica e ricostituita attorno al 1582 con il titolo di S. Andrea dell’Ausa, dal nome del torrente che scorre nelle vicinanze, e la sede fu trasferita ai piedi del colle di Covignano, in una piccola chiesa che pare fosse il luogo del monastero benedettino di Mirasole. La parrocchia ha dato il nome al Borgo S. Andrea (oggi Borgo Mazzini), mentre la dominazione aggiuntiva di chiesa del Crocifisso è di epoca successiva, dovuta forse alla presenza nel luogo di una cappella dedicata al Crocifisso. Il nome si rivelò profetico, perchè nel 1834 fu donato alla parrocchia un pregevole crocifisso ligneo settecentesco, tenuto nascosto dai proprietari durante l’invasione napoleonica, che ancor oggi si venera nella chiesa parrocchiale. Nel 1858 avviene la creazione della parrocchia di San Gaudenzo, più vicina alle antiche mura della città, che arrivava all’odierno asse di via Passero e via Ariete, per cui la vecchia parrocchia di S. Andrea da suburbana divenne rurale; passa un altro secolo per arrivare alla configurazione attuale. L’espansione edilizia del secondo dopoguerra portò all’urbanizzazione della zone esterne alle mura, anche lungo la direttrice di via Covignano. Agli inizi degli anni ’50 il parroco di allora, risultando inadeguata l’antica chiesa, decise di costruirne una nuova, che fu edificata nel 1957-58, nell’attuale sede di via del Crocifisso.
Identificatori alternativi
Punti di accesso
Punti d'accesso per soggetto
Punti d'accesso per luogo
Punti d'accesso per nome
- Gambalunga, Alessandro (Soggetto)
- Laurentini, Giovanni (Soggetto)
- Giovan Battista da Savignano (Soggetto)
- Ricci, Corrado (Soggetto)
- De Carolis, Stefano (Soggetto)
- Guerra, Learco (Soggetto)
- Menghi, Rosanna (Soggetto)
Punti d'accesso per tipologia e forma
Area di controllo della descrizione
Codice identificativo della descrizione
Codici identificativi delle istituzioni responsabili
Norme e/o convenzioni
Grado di elaborazione
Livello di completezza
Date di creazione, revisione, cancellazione
Lingua/e
Scrittura/e
Fonti
- Stefano De Carolis, Learco Guerra, Rosanna Menghi: "Le Chiese perdute di Rimini", 2009, Guaraldi Editore
- Diocesi di Rimini