Unità documentaria 239-b.26-fasc.novembre - Corrispondenza relativa allo Statuto Sammarinese

• 28.11.1955. Carta intestata. Giuseppe Forcellini risponde alla lettera di Balducci del 25 novembre manifestando perplessità per la citazione dell'avvocato (Manzini?) di un fatto, senza dire che esiste il Sindacato per l'operato dei Reggenti quali Capi di Stato. Il mittente ricorda di aver insistito, all'epoca della revisione “dell'infame processo”, sulla questione del Sindacato, e afferma che da quel momento “lei ebbe ogni discriminazione”. Infine, dopo aver controllato il casellario giudiziario da cui emerge che “per la condanna dell'obbrobrioso Sindacato lei è completamente libero”, l'autore consiglia di procedere verso l'avvocato (Manzini?).
• Per il Prof. Carlo Arturo Jemolo, Nota n. 1 alla pag. 520 ult. Ed. (?) del 'Diritto Penale' di Vincenzo Manzini, in cui si afferma che anche il Capo dello Stato dovrebbe essere sottomesso al diritto penale, così come

accade nello Statuto della Repubblica di San Marino che ”ammettendo l'antico Statuto del Sindacato, pure in confronto dei Capitani Reggenti, rende possibile l'applicazione a essi della legge penale, dopo scaduti
d'ufficio per fatti connessi nell'esercizio delle loro funzioni". La nota cita il gennaio 1932 e la condanna comminata a Balducci, perché ritenuto colpevole di avere “mancato di fede al giuramento, abusando del
potere e fomentando, per fini personali, la discordia fra i cittadini della Repubblica”.