Area dell'identificazione
Segnatura/e o codice/i identificativo/i
BE_REG-28-328-b.8-fasc.7
Denominazione o titolo
"Il Giornale di Dalmazia", Anno II, n. 259
Data/e
- 20 novembre 1942 (Creazione)
Livello di descrizione
Unità documentaria
Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)
Area delle informazioni sul contesto
Storia archivistica
Modalità di acquisizione o versamento
Area delle informazioni relative al contenuto e alla struttura
Ambito e contenuto
Il GIORNALE DI DALMAZIA, ANNO II, N. 259, direttore: Alberto Giovannini. Articoli sulla battaglia del Mediterraneo e crescente ecatombe di naviglio ad opera dei sommergibili dell'Asse, e sulla mano giudaica che guida l'aggressione all'Africa. All’interno, l’articolo: ‘Prigionieri di Guerra’, cita la 'Rivista Illustrata del Popolo d'Italia' uscita all'alba dell'anno XXI “con un superbo fascicolo sintetizzante la ciclopica opera del Fascismo nel primo ventennale”. Da quella pubblicazione si riporta uno stralcio di Auro d'Alba che narra agli italiani le sofferenze e le speranze dei fratelli prigionieri, sopportate con fierzza, precisando che la narrazione, nuda e stringata , “esce dall'animo del nostro camerata più caro, Ezio Balducci”, già segretario del Guf bolognese, direttore de 'L'Assalto' e di 'Nuova Guardia', colui che guidò i passi di molti giornalisti nella loro professione. Con commosso orgoglio, si pubblica il racconto di una prova tremenda, vissuta da italiano di Mussolini e da fascista della Decima Legio. Il ritorno del centurione medico Ezio Balducci, dovuto a scambio di prigionieri mutilati, invalidi e personale sanitario, è riferito dal lungo articolo seguendo quattro fasi:
I reduci dall’Africa;
Gli aspetti della prigionia;
L’alto spirito patriottico;
Un episodio eloquente.
In quest’ultimo si narra che “i nostri feriti più leggeri si improvvisarono infermieri capacissimi, i nostri ufficiali medici moltiplicarono le loro energie, e quanndo qualche ferito ne fu estremamente bisognoso, dodici nostri soldati, feriti e prigionieri, offrirono il proprio sangue”. Infine, Auro D’Alba si sofferma su Balducci, che in guerra visse “accanto al grande spirito di Guido Pallotta e che si appresta a tornare su quella terra contesa per recuperarne la salma gloriosa” perché lui non è di quelli che “favorito dalla sorte, dimentica i meno fortunati”.
I reduci dall’Africa;
Gli aspetti della prigionia;
L’alto spirito patriottico;
Un episodio eloquente.
In quest’ultimo si narra che “i nostri feriti più leggeri si improvvisarono infermieri capacissimi, i nostri ufficiali medici moltiplicarono le loro energie, e quanndo qualche ferito ne fu estremamente bisognoso, dodici nostri soldati, feriti e prigionieri, offrirono il proprio sangue”. Infine, Auro D’Alba si sofferma su Balducci, che in guerra visse “accanto al grande spirito di Guido Pallotta e che si appresta a tornare su quella terra contesa per recuperarne la salma gloriosa” perché lui non è di quelli che “favorito dalla sorte, dimentica i meno fortunati”.
Procedure, tempi e criteri di valutazione e scarto
Incrementi previsti
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Condizioni che regolano l’accesso
Condizioni che regolano la riproduzione
Lingua della documentazione
Scrittura della documentazione
Note sulla lingua e sulla scrittura della documentazione
Caratteristiche materiali e requisiti tecnici
Strumenti di ricerca
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Esistenza e localizzazione di copie
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Identificatori alternativi
Punti di accesso
Punti d'accesso per soggetto
Punti d'accesso per luogo
Punti d'accesso per nome
- Giovannini, Alberto (Soggetto)
- D'Alba, Auro (Soggetto)
- Pallotta, Guido (Soggetto)