Unità documentaria 60-b.7-fasc.8 - Ezio Balducci scrive a favore di Pietro Bologna

Area dell'identificazione

Segnatura/e o codice/i identificativo/i

BE_REG-31-60-b.7-fasc.8

Denominazione o titolo

Ezio Balducci scrive a favore di Pietro Bologna

Data/e

  • Roma, [Dicembre 1945] (Creazione)

Livello di descrizione

Unità documentaria

Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)

Area delle informazioni sul contesto

Storia archivistica

Modalità di acquisizione o versamento

Area delle informazioni relative al contenuto e alla struttura

Ambito e contenuto

Ezio Balducci scrive all'avvocato Angeletti in favore di Pietro Bologna, detenuto a Forlì, dove fu Prefetto nell'anno 1944 fino all'occupazione alleata. Balducci illustra il contegno del Bologna nei confronti della situazione romagnola di quel tempo, alla quale era connessa quella sammarinese, e in 5 punti racconta:
1) febbraio-marzo 1944: a Serravalle, il mittente ricevette la Dr.ssa Robles di Forlì che gli annunciò
l'arresto del cugino Tonino Spazzoli e gli consegnò un suo biglietto. Spiegando che la sua amicizia con Spazzoli nacque nell'ambiente bolognese, e che questi, nel 1943, gli evitò un'aggressione di stampo politico, Balducci precisa che nel biglietto Spazzoli gli chiedeva di parlare a Pietro Bologna, cosa che fece partendo subito per Forlì dove il Prefetto “si informò in mia presenza telefonicamente dei motivi dell’arresto, e si rivolse anche al prefetto di Ravenna per lamentare che il fermo fosse avvenuto a Faenza a sua insaputa, e chiese subito il trasferimento di Spazzoli a Forlì”. Conferito anche con l'ufficiale delle SS, il Bologna “mi pregò di far sapere a Spazzoli che in ordine al suo preciso intento di risparmiare lotte fratricide in provincia, desiderava conferire con lui appena uscito di prigione”. Balducci racconta ancora che pochi giorni dopo il Bologna lo informò che “a seguito di sue indagini dirette, Tonino Spazzoli sarebbe uscito in libertà perché non risultava responsabile di alcun addebito rilevante”. L’autore afferma decisamente che “rividi subito Spazzoli a San Marino e si espresse con me in termini ammirativi per l’onestà politica del dott. Bologna con il quale aveva avuto un lungo colloquio”.
2) 25.04.1944: Balducci accompagnò da Pietro Bologna il Vescovo di Rimini, Mons. Santa, in relazione all'arresto di Giuseppe Babbi, altro caso per il quale il Prefetto si adoperò.
3) Marzo 1944: giunse alla Segreteria di Stato (di San Marino) una lettera del console di Germania Koester, incaricato dall'Ambasciatore del Reich in Italia, Rahn, che voleva sapere se in Repubblica vi erano ancora prigionieri di guerra evasi, peché fossero “subito estradati alle competenti autorità germaniche”. Balducci riferisce che in quella circostanza il Bologna illustrò la situazione sammarinese, “per la quale egli aveva sempre mostrato grandissima comprensione”, al comandante tedesco della piazza di Forlì, Gunter, poiché quest'ultimo aveva l'incarico di vigilare San Marino.
4) Aprile-Maggio 1944: Balducci ricorda che “per informazioni tendenziose sulla Repubblica io fui denunciato al Tribunale Provinciale di Forlì”, e il Bologna, ricevuta la visita di un inviato di Maderno, fu invitato a “fermarmi e a sottopormi a giudizio del Tribunale”. Chiamato a Forlì, Balducci constatò che il Dr. Bologna “ebbe il coraggio di non applicare contro di me alcuna misura e di assumere apertamente la difesa della mia persona e con essa quella della Repubblica”.
5) 25 agosto 1944: si presentò il colonnello Christiani, comandante del reggimento tedesco di Rimini, per comunicare l'intenzione di procedere ad un'azione di polizia in Repubblica. Ricordando di essersi rivolto al Prefetto Bologna, che ancora una volta lo aiutò, Balducci ebbe un colloquio con il colonnello Christiani relativo al rispetto per la Repubblica.

  • Dopo aver trascritto questi punti, Balducci chiede all'avvocato Angeletti di considerare quanto esposto in omaggio alla giustizia.

Procedure, tempi e criteri di valutazione e scarto

Incrementi previsti

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