Area dell'identificazione
Segnatura/e o codice/i identificativo/i
BE_REG-35-1-b.35-fasc.5
Denominazione o titolo
"San Marino", Anno II, n. 1
Data/e
- San Marino, 1° gennaio 1949 (Creazione)
Livello di descrizione
Unità documentaria
Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)
Area delle informazioni sul contesto
Storia archivistica
Modalità di acquisizione o versamento
Area delle informazioni relative al contenuto e alla struttura
Ambito e contenuto
SAN MARINO, ANNO II, N. 1
Articoli in cui si contestano gli avversari e i loro organi di partito come il 'Nuovo Titano' e 'La Scintilla'; tutta la terza pagina è dedicata all'articolo: 'Però, che tristezza', in cui Ezio Balducci, in merito alla testimonianza nel processo Graziani, risponde al 'Nuovo Titano' di essere stato “citato a termini di legge, quale teste a cagione dei sacrosanti motivi che nel '43-'44 mi posero a contatto del Maresciallo Graziani”, e che “non è certo da ascriversi a mia colpa se il giorno in cui avventurosamente portai in Repubblica i mitra e le munizioni tanto richiesti e tanto festeggiati, la Segreteria di Stato con la firma e i timbri che autenticano ancora oggi tutti i documenti governativi, si affrettò ad esprimere riconoscenza al Maresciallo per l'omaggio gratuitamente ricevuto”. Riferendosi a quanto affermato dal 'Nuovo Titano' del periodo bellico, quando il governo “preso fra i bombardamenti alleati da una parte e la minaccia di invasione tedesca dall'altra” fu costretto ad utilizzare “uomini bene accetti alle autorità politiche e militari che circondavano il territorio della Repubblica”, Balducci precisa la data della sua nomina a Ministro Plenipotenziario, le giornate del 5 e 8 ottobre 1943, la successiva visita di Rommel del 25 ottobre e l'arrivo, il giorno successivo, di un Colonnello tedesco inviato da Rommel a cui egli si era “offerto garante con la propria vita di quanto potrà avvenire a S. Marino e col quale è rimasto accordato che, per evitare sorprese, nessun militare germanico potrà presentarsi alle autorità di S. Marino per requisizioni od altro se non presenterà ordini superiori per iscritto”. Balducci rivendica di aver “corso pericoli e affrontato responsabilità per solo amore del prossimo e della mia Repubblica, studiandomi di riservare solo ad essa e sempre ad essa il merito di ogni successo: ho rinunciato ad ogni risarcimento
di spese per le mie missioni”; ricorda quando “fors'anche col commentatore del 'Nuovo Titano', ci scambiammo più con lo sguardo che con le parole” perché “ci fu un tempo in cui tutto il popolo era sammarinese e le divisioni di parte tacquero, e la gioventù migliore cercò il proprio posto di vedetta senza guasconeria ma con fierezza”; tornando al periodo dei rifugiati, Balducci rammenta che “si ottennero migliaia e migliaia di scatole di latte condensato per i bimbi, carbone e cuoio per tutti e persino carburante per la battitura del grano e ne avemmo d'avanzo per i confinanti comuni italiani che erano senza”. Infine l'autore scrive che “due eserciti si scontrarono e si avvicendarono alle falde del monte e giammai la bandiera della nostra indipendenza fu ammainata, né la nostra sovranità ed il nostro diritto di asilo infranti”, e che “questo nell'anno fatale fu fatto e questo è l'ideale nel quale credevo”, mentre ora, “per non aver gridato il crucifige contro un Soldato vinto che nel corso del suo tragico destino ha avuto motivo di fare un po' di bene alla nostra vecchia Repubblica”, si accendono i sacri sdegni e piovono le scomuniche.
Articoli in cui si contestano gli avversari e i loro organi di partito come il 'Nuovo Titano' e 'La Scintilla'; tutta la terza pagina è dedicata all'articolo: 'Però, che tristezza', in cui Ezio Balducci, in merito alla testimonianza nel processo Graziani, risponde al 'Nuovo Titano' di essere stato “citato a termini di legge, quale teste a cagione dei sacrosanti motivi che nel '43-'44 mi posero a contatto del Maresciallo Graziani”, e che “non è certo da ascriversi a mia colpa se il giorno in cui avventurosamente portai in Repubblica i mitra e le munizioni tanto richiesti e tanto festeggiati, la Segreteria di Stato con la firma e i timbri che autenticano ancora oggi tutti i documenti governativi, si affrettò ad esprimere riconoscenza al Maresciallo per l'omaggio gratuitamente ricevuto”. Riferendosi a quanto affermato dal 'Nuovo Titano' del periodo bellico, quando il governo “preso fra i bombardamenti alleati da una parte e la minaccia di invasione tedesca dall'altra” fu costretto ad utilizzare “uomini bene accetti alle autorità politiche e militari che circondavano il territorio della Repubblica”, Balducci precisa la data della sua nomina a Ministro Plenipotenziario, le giornate del 5 e 8 ottobre 1943, la successiva visita di Rommel del 25 ottobre e l'arrivo, il giorno successivo, di un Colonnello tedesco inviato da Rommel a cui egli si era “offerto garante con la propria vita di quanto potrà avvenire a S. Marino e col quale è rimasto accordato che, per evitare sorprese, nessun militare germanico potrà presentarsi alle autorità di S. Marino per requisizioni od altro se non presenterà ordini superiori per iscritto”. Balducci rivendica di aver “corso pericoli e affrontato responsabilità per solo amore del prossimo e della mia Repubblica, studiandomi di riservare solo ad essa e sempre ad essa il merito di ogni successo: ho rinunciato ad ogni risarcimento
di spese per le mie missioni”; ricorda quando “fors'anche col commentatore del 'Nuovo Titano', ci scambiammo più con lo sguardo che con le parole” perché “ci fu un tempo in cui tutto il popolo era sammarinese e le divisioni di parte tacquero, e la gioventù migliore cercò il proprio posto di vedetta senza guasconeria ma con fierezza”; tornando al periodo dei rifugiati, Balducci rammenta che “si ottennero migliaia e migliaia di scatole di latte condensato per i bimbi, carbone e cuoio per tutti e persino carburante per la battitura del grano e ne avemmo d'avanzo per i confinanti comuni italiani che erano senza”. Infine l'autore scrive che “due eserciti si scontrarono e si avvicendarono alle falde del monte e giammai la bandiera della nostra indipendenza fu ammainata, né la nostra sovranità ed il nostro diritto di asilo infranti”, e che “questo nell'anno fatale fu fatto e questo è l'ideale nel quale credevo”, mentre ora, “per non aver gridato il crucifige contro un Soldato vinto che nel corso del suo tragico destino ha avuto motivo di fare un po' di bene alla nostra vecchia Repubblica”, si accendono i sacri sdegni e piovono le scomuniche.
- Nella stessa pagina: 'La deposizione del Dr. Balducci al processo Graziani', in cui, alle varie domande del Presidente, il Teste (Balducci) risponde che: nel luglio 1944 il Comando Militare Germanico di Ferrara, che aveva giurisdizione sulla zona circostante la Repubblica, notificò che la neutralità di quest'ultima non sarebbe stata rispettata, cosicché si sarebbe perso “quel fiero diritto di asilo per il quale oltre 70.000 cittadini italiani senza distinzione di parte, erano venuti a ripararsi all'ombra della fragile neutralità repubblicana”; il Teste ricorda che, recatosi la mattina del 3 agosto al quartier generale del Maresciallo Graziani, quest'ultimo contattò telefonicamente l'Ambasciata tedesca e si interessò presso Kesselring, e il 4 agosto il Dr. Gumpert rilasciò una dichiarazione di rispetto per il territorio della Repubblica. Quando il Presidente chiede “come ha potuto la piccola Repubblica ospitare 70.000 persone”, Balducci risponde “sembra un miracolo, ma fu un fatto concreto e universalmente riconosciuto”, mentre, alla domanda “vi erano profughi politici”, il teste risponde che “non fu fatta distinzione di parte”. Quando il Presidente chiede se quelli fossero i primi contatti con Graziani, il Teste risponde riferendosi ai fatti del 5 ottobre 1943, al prelevamento di cinque cittadini, al sequestro di 35 automobili, e al contatto preso con Graziani ricordando il passato di combattente in Africa Settentrionale e di prigioniero; Balducci ricorda l'intervento del Maresciallo che “mi munì di una dichiarazione e si interessò di persona presso l'Ambasciata perché fossi ascoltato”. Infine, Balducci rammenta la richiesta del dicembre 1943 per 12 carabinieri, il dono degli otto mitra con congruo numero di cartucce, come da carteggio 11/07/1944, “per soddisfare l'esigenza ed il desiderio di una Milizia costituitasi fra i giovani sammarinesi per la guardia agli sguarniti confini”. Poiché Graziani non poteva fornire documenti per il trasporto delle armi perché vietato dai tedeschi, Balducci precisa che “il trasporto avvenne infatti a mio rischio e pericolo”.
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- Graziani, Rodolfo (Soggetto)
- Rommel, Erwin (Soggetto)
- Gumpert, Gerhard (Soggetto)