Area dell'identificazione
Segnatura/e o codice/i identificativo/i
BE_REG-20-32-b.10-fasc.14
Denominazione o titolo
Ezio Balducci illustra a Ciro Martignoni vari aspetti del complotto e della sentenza
Data/e
- Bologna, 16 marzo 1934 (Creazione)
Livello di descrizione
Unità documentaria
Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)
Area delle informazioni sul contesto
Storia archivistica
Modalità di acquisizione o versamento
Area delle informazioni relative al contenuto e alla struttura
Ambito e contenuto
Ezio Balducci scrive al Federale Ciro Martignoni in merito alla questione sammarinese che, come già scrisse a Starace, egli considera una brutta malattia. L’autore chiede a Martignoni di leggere l'articolo del 'Corriere Padano' di qualche giorno prima, di cui commenta vari punti:
- La condanna inflittagli a San Marino, a 22 anni di prigione, quale responsabile di un reato commesso in Italia;
- L'istituzione di un Tribunale Speciale (sostituitosi al Giudice Italiano) composto da 12 persone tra cui tre fratelli Gozi e alcuni cittadini sammarinesi dipendenti dalla famiglia Gozi. Il Tribunale è presieduto dalla Reggenza, di cui un Capitano è Carlo Balsimelli, il più dichiarato tra i nemici di Balducci, che definì i fascisti "eroi della notte e briganti della strada", che nel 1924 era esponente del Partito Popolare nelle Marche, e diventò fascista nel 1930;
- L'avv. Gozi rappresenta la pubblica accusa, è parte lesa e testimone;
- Balducci, che domanda un processo in Italia, non può averlo perché non si ritiene serio un procedimento basato su un attentato inesistente:
- Balducci ribadisce di aver denunciato, sia alla Procura del Re che allo stesso Martignoni, Dante Fiorini, il quale si fece pagare, e pagò altri, per ottenere false documentazioni sul complotto;
- Il governo italiano non può dimenticare che i presunti sicari sarebbero due giovani italiani, detenuti a San Marino da oltre dieci mesi (qui Balducci riporta alcune frasi di Antonio Canepa, tratte da due lettere al padre, il quale le ha consegnate al difensore di Balducci, Avv. Oviglio);
- Balducci afferma che la sua colpa è quella di essersi creato una considerazione che offende gli avversari ed è motivo di persecuzione, e che la condanna non è per un attentato, a cui neppure loro credono, ma per la soddisfazione di vederlo scacciato dalle cariche che ricopre in seno al Partito.
- Riferendosi alla condanna che gli sarà data il 25 marzo, Balducci scrive: "Da quando sono partito da San Marino non mi sono più interessato delle beghe di lassù. Non avendo commessa nessuna colpa dovrò dunque suicidarmi per placare la loro ira? Pensi: 22 anni di prigione, interdizione dei diritti civili, impossibilità di fare concorsi, di occupare uffici pubblici governativi, di ottenere licenze e passaporto, impedimento al matrimonio. Non ho ancora 30 anni e non ho commesso alcun reato che quello di sentirmi e di manifestarmi Fascista italiano”;
- Balducci conclude la lunga lettera invocando un'inchiesta ufficiale governativa o del Partito, e confida di aver chiesto la cittadinanza italiana dopo 15 anni di residenza sua e della famiglia.
Procedure, tempi e criteri di valutazione e scarto
Incrementi previsti
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Condizioni che regolano l’accesso
Condizioni che regolano la riproduzione
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Scrittura della documentazione
Note sulla lingua e sulla scrittura della documentazione
Caratteristiche materiali e requisiti tecnici
Strumenti di ricerca
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Esistenza e localizzazione di copie
Unità di descrizione collegate
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Identificatori alternativi
Punti di accesso
Punti d'accesso per soggetto
Punti d'accesso per luogo
Punti d'accesso per nome
- Martignoni, Ciro (Soggetto)
- Starace, Achille (Soggetto)
- Gozi, Giuliano (Soggetto)
- Balsimelli, Carlo (Soggetto)
- Fiorini, Dante (Soggetto)
- Canepa, Antonio (Soggetto)
- Oviglio, Aldo (Soggetto)