Unità documentaria 82-b.12-fasc.P - Guido Savini scrive a Balducci dall'Argentina

Guido Savini si scusa con Balducci perché da molto tempo non scrive; racconta di aver iniziato da 4 mesi il nuovo lavoro che lo impegna a tal punto da non aver più visto “l'Amico”. Confidando di non leggere più i giornali, l’autore commenta che è “come una vendetta, come una rabbia sorda contro le cose e gli uomini che laggiù nella Patria lontana hanno determinata e consacrata una legge di vita e una morale che sono l'opposto delle mie”. Dopo aver affermato che la famiglia si trova bene, e che “spesso siete tutti presenti nei nostri ricordi della tavola”, Savini accenna a Davide (Fossa) a Bernardini (Fernando), e ad altri ex che ”cercano di sbarcare alla meno peggio questo periodo di annichilimento". Riferendosi ai loro sentimenti, Savini ritiene che in loro germogli “l'ossessione del ritorno e della rivincita”. Commentando che “gli ex gerarchi sono impossibili, anche perché già ora hanno fatta la contabilità dei giorni da loro passati in carcere”, il mittente racconta di aver letto, su un vecchio giornale italiano, un articolo di un certo Enzo Biagi di Bologna e, infine, chiede a Balducci se ha notizie della sua visita.