Area dell'identificazione
Segnatura/e o codice/i identificativo/i
BE_REG-38-123-b.35-fasc.5
Denominazione o titolo
"San Marino", Anno V, n. 2
Data/e
- San Marino, 25 maggio 1952 (Creazione)
Livello di descrizione
Unità documentaria
Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)
Area delle informazioni sul contesto
Storia archivistica
Modalità di acquisizione o versamento
Area delle informazioni relative al contenuto e alla struttura
Ambito e contenuto
SAN MARINO, ANNO V, N. 2
Tra gli articoli: 'Sino a quando il popolo potrà sopportare questa situazione'; 'La verità sull'Arengo del 1906', in cui l'autore, che si firma “Un protagonista del glorioso evento”, precisa che il merito “di quel lontano trionfo di popolo” non è solo del Partito Socialista, e rievoca le dimissioni di sette cittadini democratici da membri del Consiglio Principe, rassegnate l'8 settembre 1905, che diedero impulso alla giornata del 29 ottobre successivo, quando “oltre 600 capi-famiglia si adunarono nel Teatro Titano e votarono un ordine del giorno per invitare il Consiglio dei LX a cedere il potere e a convocare l'Arringo”. Quell'Ordine del Giorno, trasmesso alla Reggenza, “venne in primo tempo sdegnosamente respinto”, e poi accolto dalla seduta del 15 novembre 1905, in cui si decretò “la convocazione dell'Arringo Generale secondo le forme statutarie”. L'autore conclude che “si assisté allora al meraviglioso e commovente spettacolo di tutto un popolo che la mattina del 25 marzo fu in piedi pronto a esercitare un diritto che da secoli gli era stato negato. Da ogni casolare i Capi-Famiglia, si concentrarono sulla piazza del Borgo Maggiore e con le bandiere bianche e azzurre e il Concerto in testa mossero alla volta della Città per raggiungere il maggior tempio Santo Fondatore e ivi compiere il rito solenne”.
Tra gli articoli: 'Sino a quando il popolo potrà sopportare questa situazione'; 'La verità sull'Arengo del 1906', in cui l'autore, che si firma “Un protagonista del glorioso evento”, precisa che il merito “di quel lontano trionfo di popolo” non è solo del Partito Socialista, e rievoca le dimissioni di sette cittadini democratici da membri del Consiglio Principe, rassegnate l'8 settembre 1905, che diedero impulso alla giornata del 29 ottobre successivo, quando “oltre 600 capi-famiglia si adunarono nel Teatro Titano e votarono un ordine del giorno per invitare il Consiglio dei LX a cedere il potere e a convocare l'Arringo”. Quell'Ordine del Giorno, trasmesso alla Reggenza, “venne in primo tempo sdegnosamente respinto”, e poi accolto dalla seduta del 15 novembre 1905, in cui si decretò “la convocazione dell'Arringo Generale secondo le forme statutarie”. L'autore conclude che “si assisté allora al meraviglioso e commovente spettacolo di tutto un popolo che la mattina del 25 marzo fu in piedi pronto a esercitare un diritto che da secoli gli era stato negato. Da ogni casolare i Capi-Famiglia, si concentrarono sulla piazza del Borgo Maggiore e con le bandiere bianche e azzurre e il Concerto in testa mossero alla volta della Città per raggiungere il maggior tempio Santo Fondatore e ivi compiere il rito solenne”.