Unità documentaria 274-b.2-fasc.2-sottofasc.2/D - Serie di dichiarazioni e interrogatori di alcuni arrestati

Area dell'identificazione

Segnatura/e o codice/i identificativo/i

BE_REG-30-274-b.2-fasc.2-sottofasc.2/D

Denominazione o titolo

Serie di dichiarazioni e interrogatori di alcuni arrestati

Data/e

  • San Marino, 14 agosto 1944 (Creazione)

Livello di descrizione

Unità documentaria

Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)

Unità documentaria con 11 allegati

Area delle informazioni sul contesto

Storia archivistica

Modalità di acquisizione o versamento

Area delle informazioni relative al contenuto e alla struttura

Ambito e contenuto

Serie di dichiarazioni e allegati relativi ad interrogatori riguardanti alcuni forensi, un ciclostilato e alcune armi. Dichiarazioni firmate dagli interrogati, dall'Ispettore Politico Pietro Animali, e dal Maresciallo Maggiore, Comandante Pasquale Lucarini:

  • Busta su cui Ezio Balducci ha annotato: “riferimenti arresto Gasperoni Giancecchi. Famiglia Maiani M. Grimano”.
  • 14.08.1944. Allegato 1: Sebastiano De Biagi afferma di aver incontrato circa un mese prima due giovani forestieri in cerca di rifugio che volevano nasconderere in Repubblica alcune armi sistemate fuori confine. Il dichiarante afferma che incontrato Vincenzo Pedini, gli presentò i due giovani, poi se ne andò mentre gli altri si fermarono a parlare. De Biagi ignora se i due volessero formare una banda di partigiani.
  • 14.08.1944. Allegato 4: Ian Klimes, filatelico tedesco sfollato da Rimini, afferma di conoscere Luigi Giancecchi perché impiegato alla tipografia Della Balda, e racconta che questi, qualche giorno prima, chiese in prestito macchina da scrivere, ciclostile, e una risma di carta (480 fogli). Il dichiarante nega di conoscere il motivo di tale richiesta.
  • Allegato 5: Ciclostilato della ‘Brigata Garibaldi Romagnola’ in cui si invitano i fratelli romagnoli a ributtare l'odiato tedesco al di là delle Alpi, a sabotare le linee telefoniche e le comunicazioni. Nel volantino si afferma che "basta raggiungere una qualsiasi zona di montagna", dove si trovano "in permanenza" patrioti che accompagneranno le reclute ai centri di raccolta.
  • 12.08.1944. Allegato 6: il Caporale Piero Stacchini si rivolge al comandante del reparto distaccato della Milizia Confinaria in merito all'accusa al passaggio al posto di blocco di Gualdicciolo, da parte di un individuo a seguito di "parola d'ordine". Il dichiarante nega di aver avuto relazioni con Gildo Gasperoni, e riferendosi al suo lavoro ai confini del 9 e 10 agosto nega di essere mai stato interpellato da Gasperoni riguardo al passaggio di amici suoi al citato posto di blocco.
  • 12.08.1944. Allegato 7: il Milite Rino Guidi indirizza al comandante del reparto distaccato della Milizia Confinaria per i servizi di Confine, affermando che durante il suo servizio al posto di blocco di Gualdicciolo, dal 10 luglio alla data odierna, nessuno gli ha mai chiesto di passare a nome di Gildo Gasperoni.
  • 12.08.1944. Allegato 8: il Milite Vittorio Meloni indirizza al comandante del reparto distaccato della Milizia Confinaria per i servizi di confine, precisando di non essersi mai accordato con Gildo Gasperoni per il passaggio al confine di un individuo armato, sotto il vincolo della parola d’ordine.
  • 12.08.1944. Allegato 9: Luigi Giancecchi dichiara che circa quindici giorni prima Nazzareno Arzilli gli presentò due "disgraziati" in cerca di alloggio per la notte, e racconta che accompagnò i giovani, nel frattempo definitisi "patrioti", in località Cà Moraccino. Il mittente ricorda che, incontrato Giuseppe Renzi, questi accompagnò le due persone nel bosco vicino dove lavorava il fratello Pier Gaetano. Giancecchi afferma che i due proposero di formare un nucleo di patrioti, e che avrebbero provveduto per le armi. Il dichiarante ricorda che il 10 agosto uno dei giovani si presentò a casa sua chiedendo di stampare 500 volantini, cosa che egli fece chiedendo in prestito l'attrezzatura a Ian Klimes. Recatosi al luogo della consegna, Giancecchi ricorda che trovò uno dei giovani in compagnia di altre persone, definite "polizia tedesca”, che lo perquisirono. Poiché Gildo Gasperoni, che essi attendevano, non si presentò al medesimo appuntamento, egli venne condotto al ridotto del teatro. A precisa domanda, Giancecchi risponde di aver incontrato, circa 40 giorni prima, vicino al fiume San Marino, due borghesi qualificatisi come russi, che chiesero la via più breve per andare in montagna.
  • 12.08.1944. Allegato 10: Ermenegildo (Gildo) Gasperoni dichiara di aver incontrato, circa 20 giorni prima, Vincenzo Pedini assieme a due giovani forestieri in cerca di alloggio. Secondo il dichiarante, i giovani dissero di avere alcune armi da portare a San Marino, e accennando alla formazione di una banda, chiesero se in Repubblica vi erano elementi interessati. Gasperoni afferma di aver ribadito la neutralità di San Marino e di aver consigliato ai forestieri di lasciare il territorio. Poi, in merito al 10 agosto, racconta di aver incontrato Luigi Giancecchi con cui parlò dei 500 volantini richiesti da uno dei giovani, nel frattempo sopraggiunto, il quale gli diede un appuntamento, cui Gasperoni non si presentò, ma dal quale fu svegliato durante la notte. Sopraggiunto il brigadiere della gendarmeria di Borgo Maggiore, Gasperoni fu da questi accompagnato al ridotto del teatro. Alle domande, il dichiarante, ex combattente nella guerra di Spagna, nega l’esistenza di un partito comunista a San Marino, e afferma di non aver mai lasciato la Repubblica fin dal suo rientro dal campo di concentramento di Vernet (Francia). Infine, ricordando di aver detto "al giovane sedicente ribelle" di passare al posto di blocco di Gualdicciolo rivolgendosi a Pierino, Vittorio e Rino, Gasperoni dichiara che i tre militi non erano stati da lui avvertiti.
  • 12.08.1944. Allegato 11: Giuseppe Renzi dichiara che circa 20 giorni prima incontrò Luigi Giancecchi che gli chiese alloggio per due giovani, e di averli indirizzati presso il fratello Pier Gaetano che stava lavorando nel bosco. Il dichiarante afferma di aver trovato, non due individui, ma quattro, e di aver espresso la propria contrarietà. Il giorno dopo Renzi ritrovò i quattro giovani ai quali diede del pane, ma che invitò a lasciare Cà Moraccino, mentre Giancecchi li invitò a lasciare la Repubblica. Il più giovane dei quattro chiese di lasciare delle armi che avevano fuori confine, e Renzi acconsentì con la promessa che sarebbero rimaste a San Marino solo pochi giorni, poi lo accompagnò al posto di blocco del Ventoso. Il dichiarante nega di saper qualcosa del mitra consegnato al fratello, poi seguono altre domande e relative risposte.
  • 12.08.1944. Allegato 12: Pier Gaetano Renzi dichiara che circa 20 giorni prima, mentre si trovava nel campo, giunse Luigi Giancecchi con due giovani che chiedevano cibo e alloggio. Quattro giorni dopo venne raggiunto da uno dei giovani che gli consegnò un mitra con un caricatore, assicurando che lo avrebbe ripreso dopo alcuni giorni. Renzi, oltre a rispondere ad altre domande, nega che il fratello conoscesse il nascondiglio del mitra.
  • 12.08.1944. Allegato 14: Vincenzo Pedini dichiara che 15 giorni prima incontrò Sebastiano De Biagi con due persone in cerca di cibo e alloggio. I forestieri chiesero se conoscesse cittadini italiani sfollati che volessero andare con loro per formare una banda. Il dichiarante afferma di aver rivisto uno di essi il 9 o il 10 agosto, accompagnato da Nazzareno Arzilli, per chiedere l'indirizzo di Luigi Giancecchi. Alle domande, Pedini risponde che Gildo Gasperoni cercava di dissuaderli dal fermarsi a San Marino.

Procedure, tempi e criteri di valutazione e scarto

Incrementi previsti

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Nota

(I) “Nel corso della drammatica estate del '44, si infittirono casi di sammarinesi arrestati dalle S.S. In prossimità dei confini del Paese (140, così imprigionati, furono liberati con difficili interventi diplomatici o della Milizia Confinaria presso i Comadi Tedeschi) finché, addirittura, il 13 agosto, furono presi a San Marino, su ordine del cap. Kurt Schutze (già al comando dell'esecuzione di 335 italiani alle Fosse Ardeatine, il 24 marzo) Luigi Giancecchi, Ermenegildo Gasperoni, Vincenzo Pedini e Giuseppe Renzi con il fratello Pier Gaetano e Nazzareno Arzilli, con l'accusa di agire quali partigiani nel Paese in collegamento con la nota Banda Stacciarini operante ai confini meridionali di San Marino. Anche in questo caso, il Min. Plen. Balducci subito intervenuto con il cap. Bigi, riuscì ad impedire la loro deportazione fuori San Marino, sostenendo di doverli far processare nel Paese per “processo interno”, e riaffermando pertanto la sovranità della Repubblica.
(II) “Le SS volevano portare via i sei arrestati, nel qual caso la loro sorte era facilmente prevedibile. Il capo delle brigate nere, Paolo Tacchi, era molto più odioso del tedesco. Per tutta la notte andò avanti una lunga trattativa condotta soprattutto dal Plenipotenziario Ezio Balducci. Alle cinque del mattino, dopo estenuanti colloqui, il Comandante delle SS, nonostante che il Capo delle Brigate Nere protestasse energicamente, si convinse a non esigere la deportazione dei nostri concittadini, a condizione però che noi li avessimo trattenuti in carcere”.
(III) "[...] Fu solamente sul far dell'alba che Balducci trovò modo di risolvere l'angoscioso dilemma. Quando sentì che il provocatore fascista aveva dichiarato che Giuseppe Renzi intendeva diventare «Governatore di San Marino», scattò in piedi e gridò: «Ma qui l'esercito tedesco non c'entra! Qui si tratta di un complotto interno contro lo Stato di San Marino. Questo è un affare nostro che interessa esclusivamente la giustizia sammarinese». I tedeschi si guardarono allibiti. I brigatisti erano addirittura furenti, sentendosi sfuggire di mano la preda. Insistono ma Balducci e gli altri sono irremovibili. I cinque cospiratori devono essere processati a San Marino da un tribunale sammarinese. Balducci si offre personalmente come ostaggio per garantire con la sua vita il regolare corso della giustizia sammarinese [...] Balducci, per togliere a Schutze ogni velleità legale di impadronirsi dei cinque sammarinesi, incarica l'Ispettore Animali di preparare un dossier che comprovi l'esistenza di un complotto che comprovi l'esistenza di un complotto diretto contro il Governo della Repubblica."

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Grado di elaborazione

Livello di completezza

Date di creazione, revisione, cancellazione

Lingua/e

Scrittura/e

Fonti


  • Immagini Memoria Coscienza, pag. 59, a cura di Maria Lea Pedini, 1996
  • Riministoria. Antonio Montanari: L'agosto di passione - testimonianza di Federico Bigi
  • Amedeo Montemaggi: San Marino nella bufera, pp. 47 – 48, Edizioni Grafiche Della Balda, 1984

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