Area dell'identificazione
Segnatura/e o codice/i identificativo/i
Denominazione o titolo
Data/e
- Ravenna, 7 maggio 1943 (Creazione)
Livello di descrizione
Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)
Area delle informazioni sul contesto
Storia archivistica
Modalità di acquisizione o versamento
Area delle informazioni relative al contenuto e alla struttura
Ambito e contenuto
Guido Savini, scosso dalle parole di Scorza, commenta: "Per Dio! Era tempo”, e ritiene che la riserva di Balducci sui Guf ora può essere sciolta.
Procedure, tempi e criteri di valutazione e scarto
Incrementi previsti
Criteri di ordinamento
Area delle informazioni relative alle condizioni di accesso ed utilizzazione
Condizioni che regolano l’accesso
Condizioni che regolano la riproduzione
Lingua della documentazione
Scrittura della documentazione
Note sulla lingua e sulla scrittura della documentazione
Caratteristiche materiali e requisiti tecnici
Strumenti di ricerca
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Esistenza e localizzazione degli originali
Esistenza e localizzazione di copie
Unità di descrizione collegate
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Nota
(I) Il 17 aprile 1943 Carlo Scorza fu nominato Segretario del PNF al posto di Aldo Vidussoni. Il 5 maggio Scorza tenne un discorso alle gerarchie del PNF di cui riportiamo alcuni passi:
"[…] Disposto a giocare al servizio del Duce e della causa, senza alcuna esitazione, la mia vita, vi giuro che non esiterò a giocare la vostra e la vita di tutti i fascisti se al Duce e alla causa sarà necessario […] perché il Partito sia forte è necessario che tutti gli iscritti siano convinti e poi fedeli. La fedeltà, quando nasce dalla convinzione è immutabile e immarcescibile […] la questione non è il numero quindi, ma la qualità […] per ottenere la qualità nella massa occorrono questi elementi: una legge morale ferrea che crei il clima naturale alla vita qualitativa; una disciplina ferrea; una gerarchia selezionata e a sua volta selezionatrice […] deve essere abolita la professione di gerarca. Il professionismo ha prodotto l'abbassamento del livello della gerarchia e l'adagiarsi nel quietismo, nel lasciar correre, nel lasciar fare […]". Il 24 giugno a Palazzo Venezia si riunì il Direttorio del Partito fascista; il nuovo segretario Carlo Scorza segnalava da tempo l’atmosfera di disinteresse e di disfattismo, negli ambienti alti del fascismo. In un rapporto a Mussolini del 7 giugno, riferì di “elefantiasi non soltanto numerica ma anche spirituale”; di gerarchi che si preoccupavano unicamente della posizione gerarchica o finanziaria; di molti di loro che si erano arricchiti e suscitavano diffidenze e sospetti; un’alta burocrazia ministeriale che non era onesta né fascista; di enti, comitati e commissioni diventati una selva selvaggia dove nessuno riusciva più a orientarsi; di un morale, anche negli alti gradi militari, depresso e rassegnato; di generali e di ammiragli che non sentivano di poter vincere, o non credevano di poter vincere, o non volevano. "Ecco perché - dice Scorza - l’alleato non ci stima affatto. Noi non abbiamo saputo dimostrare, in questi tre anni, né di saperci organizzare quanto occorreva, né di essere forti”.
Identificatori alternativi
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- Savini, Guido (Soggetto)
- Scorza, Carlo (Soggetto)
- Riazzoli, Mirko (Soggetto)