Unità documentaria 11-b.25-fasc.gennaio - Comunicazione di Isoliero Selva

Area dell'identificazione

Segnatura/e o codice/i identificativo/i

BE_REG-41-11-b.25-fasc.gennaio

Denominazione o titolo

Comunicazione di Isoliero Selva

Data/e

  • Como, 18 gennaio 1955 (Creazione)

Livello di descrizione

Unità documentaria

Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)

Area delle informazioni sul contesto

Storia archivistica

Modalità di acquisizione o versamento

Area delle informazioni relative al contenuto e alla struttura

Ambito e contenuto

Carta intestata: Ufficio Vendita Monopoli di Stato.
Isoliero Selva, che all'inizio scrive "non sono stato io a buttare le bombe al cinema di Ancona", si sofferma ampiamente sulla questione della casa INCIS assegnata a persona non in regola e commenta che vi sono molti reclami. Poi, riferendosi ai suoi "Canti", il mittente invia a Balducci il XXXIII° Canto dell'Inferno Sammarinese.

Procedure, tempi e criteri di valutazione e scarto

Incrementi previsti

Criteri di ordinamento

Area delle informazioni relative alle condizioni di accesso ed utilizzazione

Condizioni che regolano l’accesso

Condizioni che regolano la riproduzione

Lingua della documentazione

Scrittura della documentazione

Note sulla lingua e sulla scrittura della documentazione

Caratteristiche materiali e requisiti tecnici

Strumenti di ricerca

Area delle informazioni relative a documentazione collegata

Esistenza e localizzazione degli originali

Esistenza e localizzazione di copie

Unità di descrizione collegate

Area delle note

Nota

(I) Domenica sera 9 gennaio, la galleria del Cinema Metropolitan di Ancona è affollata per la visione di “Pane amore e gelosia” quando furono gettate quattro bombe a mano: due spettatrici morirono, quaranta i feriti. Il responsabile, subito identificato, sfuggì alla cattura. Era Michele Cannarozzo, un maresciallo cinquantenne della Guardia di Finanza, che “ha agito in un improvviso accesso di follia”, e che disponeva ancora di bombe a mano e caricatori. Nei memoriali che inviò ai giornali, egli raccontò che da cinquant'anni "non ho il piacere di vivere in un'abitazione come si deve", e scrisse di voler lanciare bombe in chiese cinema e teatri, cioè dove si riuniva molta gente in possesso di quanto a lui sempre era mancato: una casa. Cannarozzo ricordò che il terremoto di Messina gli aveva distrutto quella paterna, per dieci anni aveva vissuto in “una lurida baracca”, e che le sue richieste di una casa popolare a riscatto erano andate a vuoto. Subito dopo la strage sulla sua testa fu posta una taglia di 2 milioni di lire. La fuga dell’attentatore finì a Portogruaro; scese da un treno il mercoledì poi, giunto all’incrocio con il Reghena, il fiume che porta a Caorle, dove erano nati i suoi figli, si sparò al cuore.

Identificatori alternativi

Punti di accesso

Punti d'accesso per soggetto

Punti d'accesso per luogo

Punti d'accesso per nome

Punti d'accesso per tipologia e forma

Area di controllo della descrizione

Codice identificativo della descrizione

Codici identificativi delle istituzioni responsabili

Norme e/o convenzioni

Grado di elaborazione

Livello di completezza

Date di creazione, revisione, cancellazione

Lingua/e

Scrittura/e

Fonti

Articolo da ‘Il Piccolo’ del 9 gennaio 2005: Sandro Scandolara, “Strage in un cinema di Ancona e l’ombra si allunga su Gorizia”

Area dell'acquisizione

Soggetti collegati

Persone ed enti collegati

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