Area dell'identificazione
Segnatura/e o codice/i identificativo/i
Denominazione o titolo
Data/e
- Como, 18 gennaio 1955 (Creazione)
Livello di descrizione
Consistenza e supporto dell'unità di descrizione (quantità, volume, dimensione fisica)
Area delle informazioni sul contesto
Storia archivistica
Modalità di acquisizione o versamento
Area delle informazioni relative al contenuto e alla struttura
Ambito e contenuto
Isoliero Selva, che all'inizio scrive "non sono stato io a buttare le bombe al cinema di Ancona", si sofferma ampiamente sulla questione della casa INCIS assegnata a persona non in regola e commenta che vi sono molti reclami. Poi, riferendosi ai suoi "Canti", il mittente invia a Balducci il XXXIII° Canto dell'Inferno Sammarinese.
Procedure, tempi e criteri di valutazione e scarto
Incrementi previsti
Criteri di ordinamento
Area delle informazioni relative alle condizioni di accesso ed utilizzazione
Condizioni che regolano l’accesso
Condizioni che regolano la riproduzione
Lingua della documentazione
Scrittura della documentazione
Note sulla lingua e sulla scrittura della documentazione
Caratteristiche materiali e requisiti tecnici
Strumenti di ricerca
Area delle informazioni relative a documentazione collegata
Esistenza e localizzazione degli originali
Esistenza e localizzazione di copie
Unità di descrizione collegate
Area delle note
Nota
(I) Domenica sera 9 gennaio, la galleria del Cinema Metropolitan di Ancona è affollata per la visione di “Pane amore e gelosia” quando furono gettate quattro bombe a mano: due spettatrici morirono, quaranta i feriti. Il responsabile, subito identificato, sfuggì alla cattura. Era Michele Cannarozzo, un maresciallo cinquantenne della Guardia di Finanza, che “ha agito in un improvviso accesso di follia”, e che disponeva ancora di bombe a mano e caricatori. Nei memoriali che inviò ai giornali, egli raccontò che da cinquant'anni "non ho il piacere di vivere in un'abitazione come si deve", e scrisse di voler lanciare bombe in chiese cinema e teatri, cioè dove si riuniva molta gente in possesso di quanto a lui sempre era mancato: una casa. Cannarozzo ricordò che il terremoto di Messina gli aveva distrutto quella paterna, per dieci anni aveva vissuto in “una lurida baracca”, e che le sue richieste di una casa popolare a riscatto erano andate a vuoto. Subito dopo la strage sulla sua testa fu posta una taglia di 2 milioni di lire. La fuga dell’attentatore finì a Portogruaro; scese da un treno il mercoledì poi, giunto all’incrocio con il Reghena, il fiume che porta a Caorle, dove erano nati i suoi figli, si sparò al cuore.
Identificatori alternativi
Punti di accesso
Punti d'accesso per soggetto
Punti d'accesso per luogo
Punti d'accesso per nome
- Selva, Isoliero (Soggetto)