Unità documentaria 190-b.3-fasc.2-sottofasc.2/1 - Documento intitolato "San Marino"

Documento intitolato: 'San Marino' in cui l'autore (?) scrive che "fra la costa azzurra dell'Adriatico e i primi contrafforti dell'Appennino sorge la parete rocciosa verticale del Monte Titano […]". Dopo aver citato Garibaldi, Lincoln, Carducci, l’autore scrive che "nei tempi calamitosi il piccolo Stato ha sempre riservato a se stesso una funzione di severa custodia di valori umani e morali […]". Il racconto ricorda la furia nemica che devastò le città di Romagna spingendo donne, bimbi e vecchi "verso il Titano generoso che pareva, ed in effetti era fino a due giorni or sono, uno scoglio nella tempesta, un'oasi nel deserto. E faceva piacere all’animo di chi combatte e soffre il sapere che vi era un sito di questa nostra terra ove le tribolazioni della guerra potevano essere viste e confortate, ma non subite". Con il bombardamento, prosegue il documento, "forse per la prima volta nella sua storia millenaria la gente di San Marino si è trovata innanzi a tante bare allineate" di morti colpiti senza ragione e senza preavviso, sebbene "non un reparto, non un carro armato, non un cannone, non un cassetto di munizioni hanno attraversato le strade della Repubblica". Dopo essersi chiesto come potranno i Comandi ribadire che vi fu un errore, l'autore conclude che "il cuore di noi italiani è oggi lassù sulle torri di San Marino donde lo sguardo abbraccia tanta parte della nostra Terra benedetta e straziata e più vivi palpitano i motivi di una grandezza che non morirà".